Tecnostress dove nasce e come spegnerlo

di Redazione 3

Qualche giorno fa, vi abbiamo parlato delle proteine scoperte in Israele per spegnere lo stress. Oggi, torniamo a parlare di stress, ma uniamo a questo discorso, quello della tecnologia, che da un lato nasce per migliorare la nostra esistenza, mentre dall’altro potrebbe anche essere in grado di rovinarci l’esistenza.
Quotidianamente l’individuo medio, telefona, manda SMS, scrive e-mail, controlla il suo profilo sui social network ed interagisce con molti altri dispositivi elettronici. Tutta questa invasione di dispositivi, lo porta spesso al tecnostress.

Ma cos’è in realtà il tecnostress? Secondo gli psicologi americani Rosen e Weil, è l’ansia primaria di andare ad eseguire troppe cose contemporaneamente affidandoci ai mezzi tecnologici, aumentando a dismisure le cose da fare e “convincendosi” che grazie alla tecnologia ottimizziamo il nostro tempo.

Il tecnostress si manifesta con segnali specifici. La prima è quella di trovarsi a fare un’attività, e fermarsi a metà senza ricordarsi cosa si stava facendo. La seconda è la perdita della capacità di rilassarsi e la terza è la Computer Rage, o meglio, rabbia da computer che si manifesta in chi prende con nervosismo tastiera e mouse e li sbatte verso il monitor, o peggio nel cestino.

Le cause purtroppo sono spesso identificate nella dimenticanza di dati come nome utente e password, oppure i crash continui del sistema operativo o del software che stiamo utilizzando. Ma ce n’è sono altre come i virus, le periferiche economiche che si bloccano, cercare di velocizzare il computer tickettando sul mouse, aspettare troppo davanti ai siti web, oppure entrare in conflitto con qualcuno che ci sta chiamando per abbandonare la nostra postazione computer per fare altro oppure per utilizzarla.
I rimedi che ci sentiamo di proporre sono tre: createvi una memoria esterna, dove andare a scaricare tutte le noie del vostro cervello; ottimizzate i tempi per la risoluzione dei problemi e soprattutto, riappropriatevi del vostro tempo libero come arma di sfogo.

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