Attacchi di panico, tra solitudine e pregiudizi

di Redazione 5

Attacchi di panico, in tanti ne soffrono in solitudine, vivendo con vergogna, imbarazzo e pregiudizi le crisi, credendo di essere i soli a sperimentare questo disagio, pensando, erroneamente, che non ci sia una cura.
Sono alcuni dei dati emersi sulla base delle telefonate giunte agli psicologi del Servizio di Ascolto attivato dall’Associazione per la Ricerca sulla Depressione, una o.n.l.u.s. attiva dal 1996 sul fronte della sensibilizzazione in tema di depressione, ansia e disturbi di panico.

Dalla sua attivazione, avvenuta nel 1998, al centralino sono giunte circa 15.000 telefonate. L’anonimato permette di esprimere le emozioni suscitate dal disturbo, altrimenti reputate imbarazzanti, come la paura, l’angoscia e la rabbia.

Le donne sono quelle che alzano di più la cornetta, cercando un aiuto all’altro capo del filo. Non a caso sono in maggioranza perché la popolazione femminile, oltre che dallo stress come abbiamo visto tempo fa, è nettamente più colpita da questi disturbi rispetto agli uomini. La percezione di avere un problema è più forte nelle donne che hanno anche meno difficoltà a riconoscere la dimensione emotiva del sintomo. E gli uomini? Gli uomini vivono le loro emozioni a riguardo con un disagio decisamente maggiore oltre che con una tendenza, a dir poco controproducente, alla negazione.

Al primo posto, tra i disturbi lamentati da chi ha richiesto il consulto telefonico, figura la depressione, al secondo troviamo l’ansia ed al terzo gli attacchi di panico.
Proprio riguardo agli attacchi di panico, i giovani appaiono particolarmente colpiti da Dap. Troppi, però, sono ancora i pregiudizi intorno al disturbo tanto che, pur descrivendo con dovizia di dettagli la sintomatologia dell’attacco di panico, non si rivolgono agli specialisti. Diverse le ragioni: vergogna, convinzione che non ci sia una cura, imbarazzo.

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[Fonte: “Depressione, ansia e attacchi di panico: percorsi di cura”, a cura dell’Associazione per la Ricerca sulla Depressione, e-book richiedibile inviando una mail all’indirizzo [email protected] ]

Commenti (5)

  1. Io non ho mai sofferto di attacchi di panico, ma una volta sono rimasta bloccata su una barca con alcuni amici. Nonostante non ci fosse reale pericolo e il clima fosse un po’ teso ma controllato, scoprii che una delle mie amiche soffriva di attacchi di panico. Non ce l’aveva mai detto prima, e rimanemmo un po’ tutti scioccati dal vederla stare così male, colpita da una cosa così improvvisa e in grado allo stesso tempo sia di paralizzarla ma anche di farle perdere completamente il controllo.
    Ricordo che i giorni seguenti tutti noi che eravamo stati con lei su quella barca le chiedemmo come si sentisse, perché l’immagine di quanto era stata male era ancora ben presente nei nostri occhi. Nonostante lei tendesse a minimizzare, ci raccontò di tutte le altre volte che le era capitato. La spingemmo a vedere se in giro c’era qualcosa che poteva consultare o acquistare per tentare di conoscere meglio questo disturbo e, possibilmente, imparare a controllarlo.
    Non voleva partire con qualcosa di troppo forte tipo terapie, farmaci o quant’altro, così dopo diverse ricerche abbiamo conosciuto il Dr. Giacconi di aspeera.it che le ha dato alcuni consigli iniziali per acquisire informazioni sull’argomento (questi, per la cronaca).
    In realtà ci ha raccontato che dentro non si limitavano solo a discutere il problema, ma offrivano anche degli spunti per risolverlo che a lei sono stati molto utili per imparare a controllarsi prima e durante gli attacchi. Se può essere di aiuto a qualcuno come è stato per lei….io lo spero.

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