La guida aggressiva dipende dalla personalità

di Luca Fiorucci 0


Secondo un recente studio, intitolato “La guida aggressiva: un’esperienza dannosa“, l’aggressività al volante sarebbe collegata ad una personalità aggressiva, specie per chi vede la propria auto come un’estensione di se stesso. Secondo la professoressa Ayalla Ruvio, dell’Università di Philadelphia, che ha condotto la ricerca, “gli uomini tendono ad essere guidatori più aggressivi e tendono a vedere l’automobile come un’estensione della loro personalità più delle donne”
La Ruvio, nel suo studio, vede il fenomeno dal punto di vista del comportamento del consumatore e si rifà ad altre due ricerche condotte in Israele. La prima ricerca dà uno sguardo generale all’influenza della personalità, degli atteggiamenti e dei valori raccolti da 134 uomini e donne aventi un’età media di 23,5 anni. Il secondo studio, condotto su 298 persone, era derivato dal primo e aggiungeva come fattori l’attrazione per il rischio, l’impulsività, il guidare come attività divertente e il sentirsi in ritardo.

Lo studio ha ricavato che le persone che considerano la loro auto come un riflesso di loro stessi tendono maggiormente ad essere aggressivi alla guida, infrangendo le regole; coloro che hanno tendenze compulsive tendono a guidare in maniera aggressiva senza curarsi delle possibili conseguenze; anche il dare un’eccessiva importanza alle cose materiali sarebbe collegato ad un comportamento di questo tipo al volante.
Inoltre, i giovani, che ancora sono in una fase di formazione della loro identità, possono avere il bisogno di mostrare la loro abilità alla guida più degli altri, e potrebbero essere troppo sicuri di sè, sottovalutando i rischi di una guida spericolata. Anche il sentirsi in ritardo e sotto pressione può portare ad una guida aggressiva, e inoltre alcunie delle persone che ammettono di guidare in questo modo ammettono anche di avere la tendenza ad infrangere la legge.
Secondo gli studiosi, il considerare l’automobile un’estensione della propria personalità può portare a guidare in maniera più aggressiva, perchè, spiegano, “le persone potrebbero vedere l’automobile, e la parte di strada che occupano, come il loro territorio, e cercare di mantenere il controllo su di esso, difendendolo se necessario“.
Secondo la professoressa Ruvio, inoltre, le implicazioni di questa ricerca si possono rintracciare in numerosi contesti culturali, proprio per via del forte legame esistente spesso tra l’automobile e l’identità personale.
Verrebbe da dire, a mio giudizio, che con il traffico con cui, assai spesso, si ha a che fare nelle nostre città, converrebbe, talvolta, andare a piedi, e non mettersi alla guida se non si è rilassati e in armonia con gli altri e con il mondo: si risparmia benzina e stress (e non si “stressano” gli altri con la propria guida aggressiva), ci scarica con una bella passeggiata, che fa anche bene alla salute, e se c’è veramente molto traffico… si arriva quasi prima in questo modo!

L. F.

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