Lavorare è una cosa seria?

di Redazione 0

Ridere in ufficio? Non è una perdita di tempo! Al contrario: una ricerca condotta dalla Sda Bocconi dimostra come l’umorismo negli uffici migliori le performance lavorative dei dipendenti e, per di più, faccia bene alla salute. Basta, quindi, con l’eccessiva formalità: molto meglio un tocco di humor. Una ricetta per il successo, specialmente per i capi.

Scherzare tra colleghi non è infatti una perdita di tempo, ma una vera risorsa. Su una scala da 1 a 7, i rispondenti dichiarano in media che lo humour abbia un impatto positivo del 5,6 sul morale del gruppo, del 5,5 sulla coesione del gruppo e del 4,8 sulla motivazione a raggiungere un obiettivo.

Inoltre, l’umorismo si rivela un’arma da veri leader. La leadership percepita non è intaccata dall’umorismo: anzi, se il boss è simpatico, la sua autorevolezza ne risulta potenziata.

Anche nella gestione dei conflitti lo humour sembra essere un alleato prezioso. Un messaggio proposto in maniera umoristica, infatti, è percepito come meno aggressivo, conservando comunque intatto il significato originario. Lo humour dimostra di essere efficace anche nella negoziazione: una richiesta o un cambiamento ha più probabilità di essere accolta se proposta in modo umoristico.

Dai dati raccolti emerge infatti che in Europa e USA lo humour è utilizzato con una buona frequenza dal 98% degli intervistati, dal 95% in Russia e dal 92% in Giappone. Il 99% delle persone in Europa e USA dichiarano poi di apprezzare l’umorismo durante le ore lavorative (il 98% in Giappone e 97% in Russia). Analizzando poi i dati relativi ai singoli paesi emergono alcune differenze nell’ utilizzo dell’umorismo in ufficio. Ad esempio l’Italia si distingue per la maggiore frequenza di allusioni a sfondo sessuale, mentre risulta meno diffuso l’umorismo politicamente corretto.

Tuttavia ci sono delle situazioni in cui è necessario non abusare dell’umorismo, come ad esempio quando bisogna prendere una decisione importante: l’ilarità tende infatti ad abbassare la percezione del rischio.

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