La mente riconosce quel che è “immorale”

di Luca Fiorucci 0

Generalmente, ciò che noi consideriamo “giusto” o “sbagliato”, “moralmente accettabile” o “immorale” dipende sia dal comune sentire etico della società, sia dalla nostra scala di valori. Molto, però, può dipendere anche da come la nostra mente reagisce a ciò che viene considerato ingiusto o immorale. Un recente studio, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Evolutionary Neuroscience”, ha cercato di comprendere meglio proprio se c’era una particolare risposta del cervello a stimoli riguardanti azioni considerate come “immorali”.

Ai partecipanti alla ricerca venivano forniti stimoli verbali e visivi riguardanti sia azioni generalmente considerate immorali, come violenze e incesti, sia altre azioni “neutrali”; fra gli stimoli verbali, in particolare, ve n’erano sia alcuni riguardanti la sessualità, sia altri non aventi a che fare con essa. I ricercatori hanno così riscontrato una particolare attività dell’emisfero sinistro del cervello nell’elaborare tali stimoli. 
Secondo gli studiosi, questa ricerca potrà avere numerosissime implicazioni, sia in campo neurologico che psicologico, spalancando le porte a molti altri studi in questo campo.
Il dottor Roberth Hare, che studia i comportamenti di soggetti psicopatici, ha invece esaminato l’attività cerebrale di questi soggetti quando sono esposti a diversi tipi di stimoli verbali. Egli ha potuto così riscontrare che l’attività del cervello di queste persone non era per nulla alterata quando queste recepivano parole come “morte” o “tumore”, il che confermerebbe l’idea che questi soggetti non danno alle parole lo stesso significato che viene generalmente attribuito loro, e da ciò deriverebbe la loro abilità nel mentire e nel manipolare gli altri.
Un altro curioso studio sull’argomento, svolto all’inizio di quest’anno, riportava invece che bere qualcosa di amaro può rafforzare il nostro biasimo nei confronti di comportamenti generalmente ritenuti immorali.
Al di là del lato un pò più futile di quest’ultima ricerca, il cercare di capire come, e in che misura, la nostra mente reagisce a pensieri considerati generalmente riprovevoli potrebbe essere utile, secondo gli scienziati, per cercare di capire chi può essere più incline a commettere certe azioni, anche se si è molto lontani dal riuscire a fare ciò, dal momento che la nostra attuale conoscenza del funzionamento della mente è ancora abbastanza scarsa.

Luca Fiorucci

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