Paura del sesso, quando diventa patologica

di Redazione 2

La paura del sesso può essere di origine psicologica, o biologico-culturale. Spesso, infatti, un’educazione molto rigida ricevuta durante l’infanzia può contribuire a creare una personalità che non vive la propria sessualità in modo sereno. Questo, chiaramente, può influire negativamente sulla qualità della vita di un individuo.

Al di là delle motivazioni biologiche, a mio avviso, nello sviluppo della sessualità di una persona, ha un peso maggiore il ruolo esercitato dalla cultura e dalla religione, per cui la monogamia è considerata una qualità da preservare sino al matrimonio e l’atto sessuale è accettato solo per procreare.

Molte persone, ancora oggi, fanno fatica ad avere un rapporto sereno con il proprio corpo e con la propria intimità, e questo può sfociare in comportamenti sessuofobici o persino asessuali. La sessuofobia è caratterizzata da una paura profonda per tutto quello che riguarda la sfera sessuale, mentre l’asessualità o avversione sessuale, è la mancanza di desiderio sessuale per un’altra persona di sesso opposto o dello stesso sesso.

L’asessualità presenta molti punti di contatto con il desiderio sessuale ipoattivo, un disturbo mentale che totale mancanza di desiderio sessuale e di fantasie sessuali. Chi non sente alcuno stimolo sessuale, non vive con ansia o preoccupazione questa mancanza. Questo disturbo presenta 3 fasi: congenita (quando il soggetto non ha mai avuto desiderio sessuale), situazionale (quando il soggetto non prova desiderio per il partner per un periodo di tempo limitato) e acquisita (quando il soggetto diventa asessuale dopo un periodo di sessualità regolare).

Inoltre, alcuni asessuali, pur non provando alcun desiderio fisico, provano sentimenti profondi di amore e affiliazione verso il partner, tali da garantire, per quanto possa sembrare paradossale, una certa stabilità alla coppia.

La sessualità, va ricordato, non è vissuta allo stesso modo da tutti, alcuni presentano una libido più o meno marcata di altre, senza lasciar presupporre che ci siano disturbi psicologici più profondi. Quanto alla fobia o l’avversione per il sesso, è opportuno intervenire con terapie mediche o psicologiche adeguate.

Commenti (2)

  1. il “vaginismo” (fobia per il sesso con penetrazione impossibile) è un disturbo di stretta pertinenza del sessuologo clinico (meglio se anche specialista in psicoterapia). La cura è solitamente breve (alcuni mesi) con terapia mansionale secondo l’approccio della sessuologia comportamentale, veramente breve se non ci sono complicazioni organiche o psicopatologie importanti associate e se la paziente collabora.
    Comunque prima della cura è sempre preferibile una valutazione clinica accurata e personalizzata per capire le cause del problema (della specifica persona e della sua storia sessuale) e definire il tipo di intervento terapeutico mirato più efficacie ed efficiente per la singola specifica paziente, nonché per accertare la diagnosi di vaginismo con le richieste specificazioni diagnostiche (o eventualmente escluderla per definire altro genere di patologia affine).
    Chiarimenti precisi sul problema e come trovare il terapeuta più adatto anche all’interno de Il manuale pratico del benessere (edizioni Ipertesto con patrocinio del club UNESCO) alle seguenti pagine 314, 322, 323, 326, 512, 513, 519, 531 e 551

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