Picture Me. Diario segreto di una modella

di Redazione 0

 

Picture Me. Diario segreto di una modella, è emozionante e, al tempo stesso riprende un tema, un disagio, che se non conoscevamo, in qualche modo ne avevamo il sentore. Il documentario, che arriva in dvd in Italia dopo la presentazione, con successo, in alcuni festival, ci illustra con amarezza il dietro le quinte di una modella, Sara Ziff, americana, ventisette anni.

Le riprese, cominciate quasi per gioco da Ole Schell, all’epoca suo ragazzo e oggi buon amico, racconta la realtà, la disillusione di un lavoro che è invidiato da milioni di ragazze. Ci dice infatti:

E’ un pò come quando sei in un ristorante di lusso, vai per cercare il bagno e, invece, finisci nella cucina piena di clandestini.

Sara ha detto basta alle passerelle e i set fotografici, è tornata a studiare: Scienze politiche alla Columbia e quest’estate ha anche collaborato come stagista alla campagna elettorale di Andrew Cuomo (dal 2 novembre è il nuovo governatore dello Stato di New York). Di sè racconta

Ogni tanto lavoro ancora come modella, è un modo per guadagnarsi un pò di soldi, ma adesso decido io come e quando. E se mi chiamano mentre sto preparando un esame, ora posso dire: “Ora no, se vi va bene la prossima settimana”.

Picture me è sorprendente, è uno spaccato di vita che non si immagina, dato che racconta di come le modelle vengano spesso trattate in modo disumano, sottopagate o non pagate affatto, e di come, non di rado, vengano molestate sessualmente da fotografi e agenti. Chi lo avrebbe detto? Poi lo realizzi facilmente: stiamo parlando di migliaia di ragazze giovani, sole, belle ma anche facilmente sostituibili.

E infatti drammaticamente ci rivela Sara:

Si. Le modelle vengono “istruite” a non parlare più di tanto. Il loro lavoro consiste nell’essere abbastanza carine e disponibili da far sì che chi le ha chiamate abbia voglia di lavorare di nuovo con loro. L’industria della moda è un piccolo mondo dove le persone che contano, quelle che possono fare e disfare la tua carriera, sono poche. E quando sono queste stesse persone ad abusare del loro potere, è difficile farsi avanti e denunciarle. Inoltre, quando si tratta di abusi sessuali, c’è una forma di vergogna che non c’entra con la moda, ma che accomuna tutte le donne a prescidere dal mestiere.

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