Stress e longevità: stressati dagli antistress, salvati dalla consapevolezza

di Redazione 1

Lo stress non uccide. Senza stress c’è la morte, citando Hans Selye. Altro non è che la reazione naturale con la quale affrontiamo gli eventi, una carica reazionaria che ci spinge all’azione, al movimento. La risposta di una persona all’impegno. Poi c’è il distress, lo stress negativo ovvero eccessivo, insopportabile, disfunzionale e patologico. Ma di questo abbiamo già lungamente parlato. Oggi vogliamo soffermarci sulla relazione tra stress e longevità, una liaison reputata dangereuse da molti studi ma che viene riabilitata, insieme ad altri fattori considerati sinora demoni per il vivere bene e a lungo, da un recente studio.

Loro sono Howard S. Friedman e Leslie Martin, ultime firme di  The Longevity Project iniziato nel lontano 1921 dallo psicologo Lewis Terman della Stanford University. Un campione di 1500 persone seguite per 90 anni per scovare il segreto di un’esistenza serena e duratura.

Si è scoperto che lo stress vero, quello che fa male, è la mancanza di consapevolezza su cosa ci stressa davvero e che certe regole non valgono per tutti. Il matrimonio stabile e duraturo allunga la vita? Mica a tutti, precisiamo, prendiamo un rapporto logoro che si trascina da anni, fatto di continui litigi. In tal caso, il divorzio è certamente meno stressante.

Fare sport allevia lo stress? Per qualcuno correre è talmente stressante che i benefici vengono annullati. Meglio una passeggiata con gli amici per sfogare la tensione, se la trovate più congeniale.

Studiare fa vivere più a lungo? Dipende, anche in questo caso. Ai bambini che hanno fatto la primina spetta il record di più stressati. Ma allora chi vive più a lungo? A quanto pare le persone coscienziose, quelle che si tengono lontane da dipendenze, pericoli, cattive influenze, negatività e probabilmente anche dallo stress di tutti questi antistress e formule di felicità che ci propinano da più parti. Spiegano gli autori che i più coscienziosi vivono più a lungo per tre ragioni:

La prima e più ovvia è che fanno più cose per proteggersi: non fumano, bevono meno, in auto non corrono. La seconda è che sembrano biologicamente predisposti ad avere questo tratto della personalità: e a essere quindi più sani. La terza è che i più coscienziosi si trovano sempre in situazioni e relazioni sociali più sane.

[Fonte: Repubblica]

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