Gli uomini intorno ai cinquant’anni sarebbero i più competitivi

di Luca Fiorucci 0

La competitività, l’essere competitivi, è una caratteristica che può aiutarci ad intraprendere sfide più ardue, ma può farci sentire più frustrati laddove ci sentiamo di riuscire meno degli altri. La società in cui viviamo tende spesso ad incoraggiare questa caratteristica, che, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Psychology and aging”, sarebbe più sviluppata negli uomini e raggiungerebbe il suo massimo intorno ai cinquant’anni, fra i 45 e i 54, per l’esattezza.

Anche nella fascia di età fra i 55 e i 64 anni, tale caratteristica sarebbe molto presente, addirittura più che nei giovani di età compresa fra i 25 e i 34 anni. Spiegano Ulrich Mayr e Dave Wozniak, autori dello studio: “E’ sorprendente che abbiamo riscontrato un graduale incremento nelle scelte competitive fino ai 50 anni di età, seguito solo dopo da un declino”.
Nell’esperimento, un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Oregon aveva allestito un chiosco in un viale, e invogliava i passanti a partecipare a semplici quiz matematici, con la promessa di una ricompensa in denaro. Prima di iniziare a svolgere i quiz, veniva però chiesto ai partecipanti se preferivano ricevere un premio di 25 centesimi per ogni risposta giusta, o gareggiare con altre persone: in questo caso, avrebbero potuto raddoppiare il loro guadagno se avessero vinto la sfida, ma rischiavano di non portare a casa niente, se avessero perso.
Dalla ricerca è emerso anche che la competitività sembrerebbe essere una caratteristica più accentuata nei maschi che nelle femmine: solo il 36 per cento delle donne, contro il 56 per cento degli uomini, sceglieva infatti di gareggiare con altri partecipanti. Secondo gli autori, tale differenza di genere si manterrebbe pressocchè inalterata a tutte le età.
Mayr e Wozniak hanno avanzato qualche ipotesi sul perchè la competitività sembrerebbe essere maggiore intorno ai cinquant’anni: ciò sarebbe legato alla ricerca di un più importante ruolo sociale, per cui, spiegano, “E’ possibile supporre che assieme ad un accresciuto interesse per il predominio sociale emerga un maggiore gusto per la competizione”. Per gli autori, inoltre, questa ricerca ha una notevole rilevanza perchè, hanno affermato, “Le scelte e gli atti competitivi sono importanti perchè possono agire come un filtro che si stende tra le reali capacità degli individui e come tali abilità si traducono in contributi che avvantagiano l’individuo o la società”.

Luca Fiorucci

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