L’empatia? Tutta una questione di cervello

di Redazione 0

Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Goteborg in Svezia, l’empatia, da sempre associata alla sensibilità e alla capacità di intuire quello che prova l’interlocutore, al di là di ciò che esprime verbalmente, sarebbe tutta una questione di attivazione cerebrale.

Gli esperti, che hanno riportato la scoperta sulle pagine del “Journal of Neuroscience”, hanno notato che quando si osserva qualcuno mentre riceve delle carezze sensuali, il cervello si attiva come se fossimo noi stessi ad essere accarezzati. La prova, a detta dei ricercatori, è la reazione, ben diversa, quando ad essere sfiorato è un oggetto.

Gli autori dello studio, infatti, attraverso la risonanza magnetica nucleare, hanno esaminato l’attività cerebrale di un gruppo di volontari che venivano accarezzati con una spazzola. In questo modo, è emerso come il cervello reagisse maggiormente alle carezze lente e sensuali, rispetto a quelle rapide. Ma lo stesso tipo di reazione cerebrale è stata osservata anche mentre i partecipanti guardavano dei video con un’altra persona che veniva accarezzata.

Come spiega India Morrison, a capo della ricerca:

Possiamo provare le stesse emozioni di quando veniamo toccati direttamente anche quando stiamo solo osservando un contatto sensuale fra due pelli. Comprendere il significato di tipi diversi di contatto è importante per capire se tra due persone c’è una relazione o se sta per iniziare uno scontro.

Che si tratti di una reazione cerebrale o meno, credo che l’empatia vada ben oltre il sentire quello che l’altro sente, ma implica un tipo di comprensione diversa rispetto a quella intellettuale, che si concentra sui fatti per ricostruire la loro esatta dinamica. E’ quella capacità non solo di percepire quelle che vive l’altro, ma anche di capire quale valore rivesta per l’interlocutore, ad esempio un evento, senza farsi influenzare dai propri schemi di attribuzione di significato.

Essere empatici è immedesimarsi nell’altro per comprendere il suo punto di vista, ma senza farlo proprio, sempre mantenendo una sorta di distacco.

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