Mangiare al fast-food può portare alla depressione

di Luca Fiorucci 1

Può capitare a tutti noi di mangiare in maniera poco sana, specie se siamo fuori casa e mandiamo giù patatine fritte con molto olio, hot dog o hamburger, in qualche fast food. L’importante è che non diventi un’abitudine, dal momento che tali cibi non fanno molto bene al fegato e allo stomaco, ed anche perchè, secondo una ricerca condotta dall’Università di Las Palmas de Gran Canaria assieme all’Università di Granada, mangiare al fast-food può portare più facilmente alla depressione, dal momento che chi segue una dieta ricca di hot-dog, ciambelle, fritti, ecc., ha il 51 per cento di probabilità in più di essere depresso rispetto a chi mangia poco questi cibi.

Nella loro ricerca, gli studiosi hanno osservato per sei mesi un campione di 8964 persone a cui non era mai stata diagnosticata la depressione nè avevevano mai preso antidepressivi. I ricercatori hanno riscontrato un legame tra la quantità di cibo del fast-food che veniva mangiata e la depressione, come ha spiegato Almudena Sanchez-Villegas, autrice della ricerca, affermando: “Più cibo di fast food consumi, maggiore è il rischio di depressione”.
Gli studiosi hanno notato inoltre che coloro che mangiano più spesso al fast food sono spesso single, meno attivi, e che non hanno buone abitudini dietetiche, e molti sono anche fumatori e persone che lavorano piu di 45 ore a settimana. I risultati di questa ricerca sembrano confermare quanto già emerso da uno studio condotto l’anno scorso su 12059 persone, nel quale si era visto che le persone che mangiavano più spesso al fast-food avevano un 42 per cento di probabilità in più di ammalarsi di depressione.
La depressione attualmente colpisce più di 121 milioni di persone in tutto il mondo, e si sa ben poco al momento su quale ruolo possa giocare l’alimentazione in questa malattia. Tuttavia, si ritiene che alcune sostanze nutrienti come la vitamina B, gli acidi grassi dell’omega 3 e l’olio d’oliva siano legati ad un più basso rischio di sviluppare la depressione.

Foto Credits /SteFou! su Flickr

Luca Fiorucci

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