Daniel J. Goldhagen: Peggio della guerra

di Redazione 0

Indubbiamente Daniel J.  Goldhagen suscitò non poche polemiche con il suo libro I volenterosi carnefici di Hitler nel quale sosteneva con forza la sua documentata convinzione che il popolo tedesco ebbe una responsabilità collettiva, nell’Olocausto degli Ebrei. E dichiarò:

Presentare il popolo tedesco come lo strumento involontario e inconsapevole nelle mani del Terzo Reich è un resoconto falso e mitologico della storia.

Ora è di nuovo presente e con un nuovom libri e su un argomento altrettanto importante e che ci coinvolge da vicino: lo sterminio di massa. Le poche e frammentate notizie e una sorta di disinteresse da parte di tutti, fanno sì che si sottovalutino di solito le dimensioni allarmanti del fenomeno.

In questi anni, stermini di massa sono stati perpetrati in Tibet, Corea del Nord, Jugoslavia, nell’Iraq di Saddam Hussein, in Ruanda, nel Sudan meridionale, nella Repubblica Democratica del Congo, in Darfur. Il titolo del libro è: Peggio della guerra. Sottotilo: lo sterminio di massa nella storia dell’umanità.

E in modo sorprendente il saggio, si apre con le due bombe atomiche di Harry Truman sganciate sul Giappone e questo, nonostante il suo entourage di esperti avesse sostenuto che i giapponesi nel 1945, avrebbero accettato la resa purché non disonorevole.

E c0sì almeno duecentocinquantamila esseri umani non necessariamente coinvolti nel conflitto, furono trucidati, annientati da quella decisione.

Pertanto scrive:

Il nome di Truman dovrebbe essere preceduto, dall’appellativo “assassinio di massa”.

Questo saggio non scava solo negli orrori, l’autore cerca quasi una definizione esatta per i “carnefici”. E’ un carnefice chi uccide a bruciapelo e chi uccide a distanza e nel tempo, per esempio affamandolo.

In questo modo lo scrittore prova ad analizzare le ragioni profonde di chi porta avanti o esegue quasi senza coscienza queste eliminazioni. Va a ritroso nel lucido delirio di Hitler, ripercorre gli incubi di Stalin.

Giunge alla conclusione che negli ultimi cento anni i grandi sistemi concentrazionari, gli omicidi e gli stupri di guerra e soprattutto di massa, hanno toccato livelli prima mai raggiunti. Ma la soluzione a tanto dolore ed orrore, c’è ed è possibile trovarla, in noi e ancor di più nella classe politica.

Non solo un percorso di crescita e maturazione dunque ma anche ‘pratico’, si potrebbe innanzitutto organizzare strumenti che rendano per dittatori e tiranni, gli stermini estremamente costosi, molto più di ogni possibile ed ipotetico benificio.

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