Le coppie non si sposano più, tutta colpa della fobia da divorzio?

di Redazione 0

Quello che frena molte coppie ad arrivare all’altare per il fatidico Si, ha un nome: la fobia da divorzio. Il desiderio di convolare a nozze sembra destinato all’estinzione. A suggerirlo è una ricerca condotta dalla Cornell University in collaborazione con l’University of Central Oklahoma, negli Usa, e pubblicata su “Family Relations”.

Dalle risposte degli intervistati, in maggioranza coppie conviventi, è emerso come a spaventare di più siano le conseguenze sociali che un divorzio comporterebbe. Tra queste, soprattutto quelle legali, emotive ed economiche.

Tuttavia, nonostante l’ansia di una rottura resti una fonte di preoccupazione, sono emerse delle differenze sostanziali a secondo delle classi sociali. Le coppie appartenenti alle classi più agiate e medie erano più favorevoli al matrimonio, rispetto a quelle delle classi meno abbienti o operaie.

A grande sorpresa, le più preoccupate nei confronti del divorzio erano proprio le donne. Secondo loro, quella che è stata definita la “trappola” del matrimonio, è difficile da gestire se le cose vanno male e, nel caso, aumenterebbero soltanto le responsabilità domestiche, mentre al contempo diminuirebbero i benefici. Per le coppie delle classi sociali inferiori, invece, il matrimonio è equiparabile ad un “pezzo di carta” senza valore, che può essere soppiantato senza problemi dalla convivenza.

La fobia da divorzio, sempre nelle classi meno agiate, era pari alla fobia da soffocamento che, secondo loro, deriverebbe dal matrimonio, spesso visto come una situazione senza via d’uscita. Uno dei problemi più frequenti nelle risposte è stato quello economico. Per molte donne, infatti, il matrimonio rappresenta un’ancora di salvezza per tirare avanti, che nel caso del divorzio, potrebbe venire a mancare.

Secondo gli esperti, quello che frena davvero le persone a sposarsi è la mancanza di informazione e di educazione. Sarebbe opportuno, in tal senso, organizzare degli incontri prematrimoniali in cui dei consulenti possano far comprendere come non sia il matrimonio in sé a essere un problema, ma più spesso lo siano le persone stesse.

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