Soldi buttati: un colpo al cuore

di Redazione 0

Oggi parliamo di una esperienza psicologica che fa comprendere veramente quanto l’uomo moderno, anche quello meno frivolo, sia legato al denaro ed ai possedimenti. Il denaro rappresenta sempre più un valore importante perché in se permette di ottenere il possesso di beni e servizi e quindi di vivere meglio. Uno strumento per gli uomini che però sta diventando veramente un martello pneumatico per il cervello con l’incremento costante della “corsa all’oro” per arricchirsi.

Una partnership scientifica tra l’ Università di Torino e l’Università di Aarhus (Danimarca) ha dimostrato infatti, anche come a livello neurobiologico il denaro sia diventato qualcosa di importantissimo, quasi a metterlo al pari della famiglia. Il cervello umano tratta di denaro proprio come un familiare. Ha parlare di questa ricerca è il “Journal of Neuroscience, Psychology and Economics”, il “The Guardian” ed anche il “Financial Times”.

Partendo da una risonanza magnetica funzionale che permette di ottenere una neuroimmagine del cervello umano, alcuni volontari sono stati esaminati, mentre un attore è stato coinvolto per tagliare e distruggere alcune banconote da valore diverso. Con le banconote da 100 Corone danesi (circa 13 Euro), la reazione è stata moderatamente agitata, ma già distruggendo 500 Corone (circa 67 Euro) si è vista un’alterazione non indifferente.

Una violazione che il cervello ha vissuto come un trauma, al punto che le aree celebrali sono risultate attive e manipolate alla distruzione di questo “strumento”. Secondo quanto dice Andreas Roepstorff, Professore presso l’Università di Aarhus:

“Questo suggerisce che la spiegazione del denaro in termini di strumento sia più che una semplice metafora. La pratica sociale il contesto culturale determinano come il cervello rappresenta gli oggetti e i simboli”.

A dare man forte la dottoressa Cristina Becchio del dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino:

“Il denaro è un oggetto relativamente recente ma carico di molti significati. Molti studi si sono concentrati sull’attitudine del cervello a trattarlo come una droga. In questa ricerca invece abbiamo voluto rispondere alla domanda se il cervello equiparasse il denaro a un vero e proprio strumento e la risposta è senza dubbio sì. Come dimostra anche il fatto che si attivano molte più aree quanto più alto è il valore della banconota che viene distrutta”.

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