Non inimichiamoci i vicini di casa

di Redazione 1

Si leggono molte storie sui vicini di casa. Alcune tragiche, altre comiche. Altre ancora raccontano storie di pura indifferenza: persone che vivono nello stesso condominio e che, se si incontrano per strada, non si salutano perchè non si riconoscono. Questi rapporti sono sempre delicati. Prima o poi capita che si debba interagire per qualche ragione ed è bene poterlo fare in assenza di conflitti.

Significa che bisogna per forza intrattenere relazioni con queste persone? No ovviamente. Può capitare di diventare amici del vicino di pianerettolo, con cui ci si scambiano piccoli favori o qualche invito a cena. E’ sicuramente un aiuto perché, nelle grandi città, avere qualcuno su cui contare è una risorsa preziosa. Ma in generale si possono instaurare buoni rapporti pur mantenendo le distanze.

Gli accorgimenti per farlo sono davvero minimi: salutare sempre, scambiare due parole in ascensore, offrirsi di portare le borse della spesa se la persona è anziana, farsi gli auguri a Natale e a pasqua, le condoglianze o le congratulazioni quando è il caso.

I problemi insorgono quando qualcosa ci disturba. Il vicino tiene il televisore a tutto volume? Cammina di notte con scarpe che fanno rumore? Fuma in ascensore? Stende la biancheria che gocciola sul nostro balcone? In questi casi diventa difficile intervenire. L’eccessiva timidezza o il desiderio di non avere noie fanno ingoiare in silenzio i piccoli soprusi, ma non è salutare. Si potrebbe sviluppare un’insofferenza, perfino un rancore, e non ci farebbe bene.

Affrontate pertanto a viso aperto le varie questioni, sempre con grande educazione, magari facendosi aiutare da qualche innocua bugia:” Ho un’allergia al fumo, le chiederei di non fumare in ascensore, per favore“. “La disturbo con il televisore a volume troppo alto? Me lo dica, perfavore, se accade. Io, spesso, sento il suo troppo forte e a volte mi sveglia. Non vorrei anch’io causarle problemi” (a buon intenditor poche parole). “Probabilmente non si è accorta, ma la sua biancheria gocciola sul mio balcone“, “Volevo dirle che la sento camminare di notte con gli zoccoli o i tacchi. Può gentilmente mettere le pantofole? Grazie“. Perché un dialogo civile aiuta a risolvere le questioni. E un bel sorriso aperto e una richiesta cortese funzionano di più di cartelli minatori lasciati in giro, tipo “Vietato fumare in ascensore“.

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