Le donne chiacchierone? Non più degli uomini

di Redazione 0

 

Le donne? Senza dubbio le consideriamo curiose (molto anche), chiacchierone, pettegole, in definitiva un decibel di suoni in piena ma sarà vero? Quante cose diamo per scontato o solo per sentito dire o perché così racconta e così ci fa comodo? S’è sempre creduto ad esempio che le donne non solo siano molto più loquaci degli uomini ma che addirittura parlino tre volte in più di questi. E’ quello che senza esagerare la metà del pianeta da sempre sospettava e l’altra invece lo negava …con ampie dissertazioni.

Ora abbiamo la conferma delle nostre errate convinzioni. Uno studio portato avanti dagli psicologi James Pennebaker dell’Università del Texas e Matthias Mehl dell’Università dell’Arizona e pubblicato su Science smentisce la convinzione (o sarebbe meglio dire preconcetto?) che caratteristica tutta femminile è proprio quella di parlare più degli uomini. Precedenti studi, non sempre molto accurati, avevano indicato in 16.000 il numero medio di parole pronunciato dalle donne ogni giorno, rispetto alle 7.000 degli uomini.

 La ricerca estremamente approfondita ha coinvolto 396 studenti (210 femmine e 186 maschi). Per questa ricerca sono stati registrati i dati delle “attività verbali” degli studenti, utilizzando dei voice recorders portatili, questi ogni dodici minuti e mezzo si accendono automaticamente e raccolgono i dati per 30 secondi di audio ambientale, la particolarità sta nel fatto che i soggetti non hanno la possibilità di agire sull’apparecchio.
Le parole sono state poi trascritte e contate per considerarne la quantità media giornaliera e poter operare un confronto fra i due sessi. La conclusione è piuttosto chiara: uomini e donne emettono ugualmente in media
16.000 parole al giorno.

Pertanto è un topos quello che vuole le donne chiacchierone, molto più del sesso maschile. Non è stato però “sondato” il contesto “conversionale/relazionale”. Bisognerebbe capire ad esempio se contesti differenti ottengano anche risultati diversi come i diversi ruoli che assumono pubblico/privato e l’identità di genere degli interlocutori

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