Auto, colori, psicologia

di Redazione 1

Spesso i nostri articoli sono rivolti ad un pubblico “in rosa”, anche perché peculiarità della popolazione femminile è sicuramente essere più attente al quotidiano, ai figli, ai modi di vivere, all’alimentazione e tutto ciò che riguarda la progressione dell’individuo ed il suo rapporto mente e corpo.

Oggi analizziamo invece un recente studio effettuato dalla Ford, che probabilmente attirerà di più i maschietti. Che rapporto abbiamo tra l’automobile, il suo colore e la nostra psiche? Ma andiamo per gradi.

Lo studio è stato rivolto sulle motivazioni che portano alla scelta della colorazione della propria autovettura, nel corso di tutto il 2010. I dati sono stati analizzati dalla Du Pont. A vincere è stato l’argento con il 26% delle preferenze, mentre come si può notare dall’immagine sovrastante, nel 2009, era il nero con la stessa percentuale ad essere vincente.

Non considerando l’urgenza dell’acquisto (il colore spesso porta a lunghe attese per l’arrivo), ecco che gli uomini vivono di un concetto culturale nella scelta, come dice Julie Francis, membro del team di progettazione colori e materiali di Ford Europa:

“Per gli acquirenti, scegliere il colore della propria auto è qualcosa di estremamente personale: osservando il fenomeno più da vicino, si scopre che cultura, moda e trend dei vari mercati europei hanno un impatto determinante sulla scelta cromatica del cliente. Ad esempio, c’è voluto un po’ perché la gente iniziasse a scegliere le sfumature del marrone. Adesso, però, quegli anni, e quello spirito, sono tornati di moda e le tonalità marroni stanno di nuovo prendendo piede nel campo delle automobili, riportate in auge da intriganti combinazioni interni-esterni”.

A spiegarlo dal punto di vista psicologico è invece la dottoressa Francesca Campostrini:

“In psicologia il rapporto delle persone con i colori riguarda l’emotività, cioè il modo che esse hanno di reagire alle stimolazioni esterne, incluse le relazioni interpersonali. Il colore è quindi considerato e interpretato come un indicatore dell’adattamento affettivo delle persone alle sollecitazioni ambientali. L’assenza di colore ci parla di poca recezione agli stimoli, di una vita emotiva trattenuta o negata. Le emozioni spaventano, vanno allontanate, controllate, tenute a bada, coperte. La presenza di colori segnala capacità di contatto con le proprie emozioni, adattamento affettivo e capacità di tenere conto della affettività degli altri. La scelta di colori molto carichi, vivaci o eccessivi rimanda ad una emotività egocentrica o scarsamente controllata che può sconfinare nella labilità affettiva o nella suggestionabilità”.

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