I bamboccioni rifiutano il lavoro?

di Redazione 1

La Corte di Cassazione si è trovata a dover emanare una sentenza molto curiosa. Si sa che ad oggi è molto difficile trovare un posto fisso. Molti giovani vivono ancora con i propri genitori, e anche se hanno raggiunto una certa maturità, non riescono a costruirsi un futuro da soli. Proprio per questo, c’è stato un caso emblematico che ha coinvolto una giovane trentaseienne laureata in Architettura.

Suo padre le aveva offerto un lavoro nel settore edile in cui lui già lavora. Beh, direte voi, che fortuna! In realtà, la ragazza ha rifiutato. È proprio per questo motivo che la Corte di Cassazione ha deciso che nel caso in cui un padre offra un lavoro pertinente agli studi effettuati dal proprio figlio e questo venga rifiutato senza delle valide ragioni, il genitore potrà decurtare allo stesso l’assegno di mantenimento. Niente più alimenti per i figli sfaticati, insomma.  Infatti, il padre in questione versava alla ex moglie un assegno di ben 5mila euro.

Era per questo ricorso alla Corte d’Appello di Napoli, la quale aveva ridotto l’assegno ad una cifra di 1600 euro, perché sosteneva che la trentenne potesse mantenersi anche da sola. La madre, non contenta, è ricorda nuovamente per vie giudiziaria per poter avere il ripristino dell’intera cifra. Ma stavolta la legge è stata molto chiara:

Il no all’assegno si rivela irreprensibilmente e attendibilmente fondato sulla puntuale verifica delle condizioni personali ed economiche della figlia, ormai trentaseienne e titolare di rendita immobiliare nonché di titolo di studio universitario, e, dunque, in grado di attendere a occupazioni lucrative ingiustificatamente, invece, da lei rifiutate.

In un periodo così difficile come quello che stanno vivendo tanti giovani in cerca di lavoro non sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche piuttosto che perdere tempo con inutili cavilli burocratici? È normale che poi la classe politica si sente in diritto di criticare i giovani e il loro atteggiamento.

Commenti (1)

  1. “È normale che poi la classe politica si sente in diritto di criticare i giovani e il loro atteggiamento.”
    Ma stiamo scherzando!? E’ un caso su quanti?!
    Questa frase è molto offensiva!
    E se quella è una ragazz”ina” viziata non è certo rappresentativa dei milioni di giovani disperati!!

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