Lavoro, come diventare un vero professionista

di Redazione 0

Come diventare bravi nel proprio lavoro, ovvero esperti, professionisti nel proprio ambito? Negli ultimi trent’anni la ricerca ha esaminato le migliori menti ed eccellenze in diversi campi, dallo sport, all’aviazione, dalla musica alla scienza, per scoprirne di più sul miglioramento delle abilità professionali. Le diverse risposte fornite finora dalla scienza sono illustrate nel volume Development of Professional Expertise: Toward Measurement of Expert Performance and Design of Optimal Learning Environments, pubblicato da K. Anders Ericsson. Esaminiamo insieme i fattori principali del successo professionale.

Innanzitutto è bene specificare, come sottolineano gli stessi esperti, che il talento innato, al contrario di quanto si crede, non fa la parte del leone. Anche individui con un quoziente intellettivo basso e con scarse abilità specifiche, riescono ad eccellere quando si concentrano sull’allenamento piuttosto che pensare sempre di non essere portati o di non avere abbastanza talento.

L’esperienza non basta. Bisogna migliorare continuamente. Invece la ricerca ha dimostrato che nei primi due anni di lavoro si impara e si cresce, poi molti diventano stagnanti, si fermano alle competenze acquisite, altri ancora fanno ulteriori progressi e altri addirittura peggiorano. Ecco perché non è detto che chi si presenta dicendo di avere molta esperienza o di fare da tanti anni lo stesso lavoro non necessariamente è un professionista. Quello che conta è non sentirsi arrivati, voler crescere continuamente. Per migliorare ci vuole motivazione, tempo e know-how ed in molti sono sprovvisti di tutti e tre gli elementi.

Bisogna lavorare sempre un gradino al di sopra delle proprie competenze, ovvero lanciarsi in sfide continue, mettere alla prova le proprie capacità ad un livello lievemente superiore a quello attuale, facendo molta pratica.

E’ importante avere un feedback del proprio rendimento per capire se si sono davvero centrati gli obiettivi e misurare la qualità del proprio lavoro calibrando la direzione degli sforzi, un po’ come fa l’allenatore con l’atleta. Trovate il vostro allenatore in base al lavoro svolto. Un manager osserverà se è riuscito o meno a motivare la sua squadra in base al miglioramento denotato o meno nel rendimento e nella soddisfazione dei dipendenti, un insegnante chiederà agli alunni se hanno compreso il concetto, invitandoli a ripetere quanto illustrato per capire se è chiaro nell’esposizione. Infine, fissare degli obiettivi e allenarsi sempre a migliorare le proprie abilità. Per farlo bisognerà arrivare freschi, riposati e carichi di energie al momento del training.

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