Maschi e femmine giocano diversamente

di Redazione 1

Chi ha mai fatto caso se i bambini maschietti giocano in maniera diversa rispetto alle bambine femminucce? Forse in pochi, ebbene un nuovo studio mostra queste differenze ed accentua le posizioni esaminando anche il background culturale e sociale, ma procediamo per gradi.

Quello che scatta sicuramente nella mente dell’individuo è legato però alla tipologia diversa di giocattoli che usano i bambini.

I maschietti solitamente adorano giocare con le costruzioni e con le macchinine, oltre che avere una privilegiata posizione nei confronti del pallone. Le femminucce, d’altro canto, adorano le bambole ed i fornelli e non disprezzano l’utilizzo dell’hula – hop. Gli studiosi, hanno aperto un dibattito sull’inclinazione tra giocattolo e genere, e questo ha diviso in due categorie gli osservatori.

La prima tesi, è italiana ed è quella che sostiene che un bambino fino a 2 anni non è consapevole della differenza del sesso e di conseguenza, si parla dell’indirizzamento da parte dell’adulto verso una determinata categoria, e questo influenza sulla base della società e della famiglia.
La seconda categoria di studiosi, basati su una localizzazione prevalentemente britannica, ha invece concluso che le differenze tra maschi e femmine risultano già evidenti a partire dai 9 mesi d’età.

L’osservazione fatta è stata su un gruppo di 83 bambini di età compresa tra i 9 mesi ed i 3 anni, osservati con diversi giocattoli, e si è giunti al punto che già a partire dai 9 mesi, i bambini sono interessati ad andare verso le macchinine ed il pallone, mentre le femmine vanno verso gli orsacchiotti, verso le bambole ed i set da cucina. Le preferenze aumentano ancora verso i 27-36 mesi raggiungendo l’87% del tempo da svegli per giocare con questi oggetti anche se distratti da una babysitter.

Lo studio che lascia capire tanto è sicuramente quello condotto però nel 2005, dalla Professoressa Melissa Hines della Cambridge University che prendeva a riferimento i giovani primati e le loro abitudini, considerando anche i bambini troppo pigri.

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