Se sei una carogna piaci alle donne

di Redazione 1

 

L’identikit dell’uomo che ci piace: arrabbiato, tormentato, alcolizzato, drogato, danneggiato. Siamo oneste: è questo il tipo di uomo che ci fa perdere la testa . Di loro si può solo diire che sono garanzia di sofferenza, di tormento ed estasi, di scompensi emotivi. Non è difficile individuarli, sono quelli che con innocenza, immediatamente ti rivelano “io sono sbagliato per te” e noi, galvanizzate da quella promessa di infelicità ci lanciamo con slancio e senza esitazioni nel gorgo oscuro e profondo del loro male di vivere. A volte però i dannati si legano a persone inquiete come e più di loro. Un esempio? Bonnie Clyde, i rapinatori legati da una disperazione e da un amore indissolubile, banditi e assassini, viveno svaligiando banche fino all’incontro fatale con i mitra della polizia che li ha crivellati di colpi unendoli anche nella morte. E ancora..: Liz Taylor e Richard Burton, stessa passione per l’alcool, compagni di letto e di bevute, di botte e di passione e disperatamente necessari l’uno all’altra da sposarsi un’infinità di volte e altrettanto divorziare e nell’immaginario di tutti restare “la coppia” per eccellenza anche dopo la morte di lui e i gli altri innumerevoli mariti di lei. Sid Vicious, il cantante dei Sex Pistols e Nancy Spungen, hanno nutrito il loro amore di eroina e angoscia e anche qui con una conclusione terribile: lui ha accoltellato lei e poi è morto di overdose.

E come non ricordare Joe Orton e Ken Halliwell, il brillante commediografo nell’era della “Swinging London” e il suo secondo: compagno, segretario, amante e tuttofare. Si amano di un amore travolgente e senza fiato ma tanti i tormenti anche per la promiscuità sessuale di Joe e così finisce che Ken lo uccide fracassandogli la testa a martellate.

Ma non finisce qui e così abbiamo i dannati che si redimono. E pentiti cercano la salvezza in una donna che sia per loro porto sicuro. Quelli dallo sguardo lucido per l’ultima bravata e flebili ti dicono che senza di te non possono farcela ed ecco che scatta la molla, la chiamata alle armi e ci facciamo travolgere dalla sindrome “Io ti salverò“, esattamente la stessa del famoso film di Hitchock che travolge la psicoanalista Ingrid Bergman e la smarrisce nelle nevrosi di un Gregory Peck magnifico, psicopatico e probabilmente assassino, che avvertiva un malessere ogni volta che vedeva delle righe parallele, mistero di chissà quale misfatto della sua torbida vita.

I dannati che ci fanno sentire preziose solo perché ci osservano con i loro occhi colmi di speranza e una muta preghiera sono invincibili. E ammettiamolo, poco serve cercare di combatterli (anche perché in verità non ci proviamo nemmeno). E siamo tanto: “infermiera-mamma-psicoanalista-bodyguard”, proporzionalmente al loro dolore, offertoci con innocenza,  quello di bambini non amati, adolescenti non capiti, adulti non presi sul serio. Noi pensdiamo dalle loro labbra, li ascoltiamo per ore, li prendiamo per mano e seguiamo con loro i tortuosi labirinti di quel passato che li ha condotti alla devastazione. Raccogliamo le loro lacrime, incerottiamo la loro autostima anche quando con noi si comportano come carogne. E – ahimè  non rendencoci conto del male che ci procuriamo – nutriamo, accudiamo, tessiamo la tela del loro animo sfilacciato, sorrette dalla convizione di farcela e da un’ostinata fiducia in noi stesse.

Commenti (1)

  1. Non ci credo proprio! è vero che il “bad boy” ha il suo fascino…ma con il tempo…stufa da morire!!!! anche un ragazzo troppo bravo stufa, ma…chi lo sa…in amore soltanto è il cuore a decidere

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