Dipendenza da sesso: maschi e femmine

di Redazione 1

La dipendenza sessuale non è stata considerata ufficialmente da Enti medici, ma comunque le statistiche e le domande poste agli individui sono discriminanti per non far sottovalutare il problema, soprattutto in Italia.

Gli individui interessati sono sia gli uomini che le donne.
Questa “patologia” viene definita dagli americani come “sexual addiction” ed anche se non rientra nel “Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (Dsm)”, come patologia certificata, è presente nella vita di uomini e donne. Spostandoci al caso italiano, possiamo esaminare che ben il 6% degli uomini (tendente all’8% in due anni) ed il 2% delle donne, soffrano di questa dipendenza.

Il personaggio più noto al mondo che ha dichiarato di soffrire di questa patologia è Michael Douglas, che ha dovuto farsi curare in un centro specializzato.
Il dottor Franco Avenia, dell’Airs, l’Associazione Italiana per la Ricerca in Sessuologia, ha dichiarato che:

“La dipendenza da sesso non ha niente a che vedere con un sano appetito sessuale, è un impulso irrefrenabile che condiziona la vita e genera sofferenza se non è soddisfatto”.

L’uomo che soffre di dipendenza sessuale ha un identikit perfetto, ovvero, ha tra i 35 ed i 50 anni, è residente nell’Italia del Nord ed ha una licenza media. Molto spesso ha un matrimonio fallito alle spalle e la sua condizione di solitudine, oltre che una bassa cultura che fanno trasformare questo disturbo in una dipendenza. Parla in questi termini, la dottoressa Giuliana Proietti, sessuologa e psicologa:

“Nella dipendenza da sesso, l’individuo percepisce la sessualità come elemento centrale della sua vita e agisce quindi in risposta a un impulso sessuale irrefrenabile, indipendentemente dagli effetti negativi che il suo comportamento può arrecare a sé e agli altri. La soddisfazione del suo bisogno che genera l’impulso sessuale procura piacere, ma allo stesso tempo genera disagio, ansia, malessere, senso di vergogna. Per molte persone avere un’attività sessuale estremamente ricca può dare l’impressione che questi comportamenti potenzino la personalità, la definiscano, rafforzando la propria autostima. Per questo guardano alle persone dell’altro sesso (o dello stesso sesso, se sono omosessuali) come un bambino che entra in un negozio di caramelle…”.

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