Alluvione a Genova, l’impatto psicologico delle calamità naturali

di Redazione 1

Le calamità naturali sono una realtà sempre più diffusa, e sembra che in futuro siano destinate ad aumentare. L’alluvione che ha travolto prima La Spezia, poi Genova, sono esperienze estremamente traumatiche per chi, ad esempio, vede sparire in un colpo solo la propria casa o deve fare i conti con la perdita di persone care.

Molti si sono trovati nel bel mezzo dell’esondazione del torrente in via Fereggiano, tra le auto che cozzavano le une contro le altre, i cassonetti trascinati via come foglie, e le urla della gente. E’ il caso di Cristian Silvestri, il ragazzo di 21 anni che era stato dato per disperso e poi morto, ma fortunatamente è tra i sopravvissuto all’alluvione di Genova. Come racconta lui stesso su Facebook:

Quando il torrente è esondato mi sono trovato all’improvviso con l’acqua all’altezza del petto. Appena è arrivata l’onda sono caduto come un fuscello nel fiume. Ero accanto a una signora e insieme ci siamo rifugiati in un portone.

Dopo un evento traumatico, le prime reazioni emotive sono la paura, il senso di colpa e di impotenza, il disorientamento, la tensione, l’insonnia, l’isolamento, tuttavia circa un quarto degli individui esposti ad eventi traumatici come i catastrofi naturali, incidenti o guerre, sviluppano disturbi da stress post traumatico cronici e altri disturbi mentali come l’ansia e e la depressione. Non sono esclusi, tuttavia, sintomi anche più gravi come la dissociazione, attacchi di panico, irritabilità estrema, il tentativo di evitamento del vissuto attraverso l’uso di sostanze stupefacenti, o il rivivere ossessivamente l’esperienza traumatica attraverso ricordi terrificanti e incubi.

Le persone più a rischio, sono gli anziani, ma anche chi ha sofferto o soffre di problemi psicologici, chi vive nella povertà, i disoccupati, i senzatetto, ma anche i soccorritori esposti a lungo alla catastrofe. Nel nostro Paese, fino al tragico terremoto che colpì l’Umbria e le Marche nel 1997 non esistevano organizzazioni per la psicologia dell’emergenza, spia evidente dell’assenza di una cultura del trauma, necessaria per evitare fenomeni come il panico incontrollato e l’amplificazione sociale del rischio.

Foto: La Repubblica

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