Anoressia, ora colpisce anche i bambini di 5 anni

di Redazione 0

Peso, altezza e taglia sembrano essere i parametri con cui misurare oggi la bellezza tanto che anche donne ed uomini molto attraenti e dotati di un certo fascino spesso mancano di autostima perché rincorrono una perfezione “numerica” incarnata da modelli con cui non si può competere: o perchè si tratta di persone che lavorano proprio con l’immagine e dunque la curano 10 ore al giorno o, molto più probabile, perché le foto sono ritoccate e voler eguagliare una bellezza artificiale ed artificiosa senza ricorrere ai poteri paranormali di Photoshop è impresa ardua.

Abbiamo già parlato in passato del peso del confronto, di come oggi la nostra autostima soffra perché si rapporta autolesionisticamente a risultati difficilmente emulabili come celebrità, personaggi televisivi famosi e così via discorrendo.

E’ vero, però, che spesso per invertire questa tendenza, ad esempio sulle donne grissino, si cerca di osannare gli eccessi opposti che sono poco salutari. Che campagne sono quelle denigrano le forme scheletriche per suggerire modelli altrettanto poco sani di donne obese? L’eccesso di peso è altrettanto poco salubre. L’educazione alimentare parte dall’infanzia e così non sono da osannare né quei genitori che portano il figlio al fast food malgrado sia in evidente sovrappeso né quelli che invece di una bambina vorrebbero una Barbie spigolosa. Pensate che l’anoressia in Gran Bretagna è arrivata ad affliggere persino bambini di 5 anni, contagiati dalle star grissino, dalla voglia di emulazione di questi modelli supermagri. La notizia la riporta oggi l’Agi riprendendola dal Dailymail ed è a dir poco allarmante, fa riflettere sul fatto che adulti malati e condizionati da modelli insani daranno vita a bambini altrettanto influenzabili e deboli:

In base ai dati del Servizio sanitario nazionale, nel Regno Unito negli ultimi tre anni si sono avuti 98 casi di anoressia in bimbi tra cinque e sette anni, uno tra gli 8 e i 9 anni, quasi 400 tra 10 e 12, per toccare il picco di 1.500 casi nella piena adolescenza, tra 13 e 15 anni.

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