Dire di no, quando il rifiuto è un cambiamento positivo

di Redazione 0

Siamo abituati ad associare il concetto di no alla negazione, al rifiuto, a qualcosa di negativo, una privazione, un sacrificio a conti fatti. Per ottenere cambiamenti positivi nella propria vita, in realtà, ci sono tappe da percorrere che passano spesso e di frequente proprio dalla porta del no. Le domande alla base delle svolte nella nostra vita richiedono una risposta che può essere positiva o negativa ma non è detto che rispondendo no imboccheremo la strada sbagliata o faremo la scelta peggiore. Il no può essere preclusione ma può anche essere opportunità.

Il rifiuto può portare verso strade nuove, specie quando è il rifiuto del vecchio, dell’insoddisfacente, del conosciuto, per lasciare aperta la porta ad avventure e sfide diverse. Il no non si limita ad influenzare positivamente la nostra vita nel momento in cui lo diciamo, ma ha anche un effetto benefico su quanto ci accadrà in futuro.

Pensiamo alle abitudini alimentari, ad esempio. Se diciamo no davanti alle patatine al supermercato, diremo un solo no. Se invece le portiamo a casa e le vediamo ogni volta che apriamo la dispensa, saremo costretti a dire più no ed a mettere alla prova la nostra forza di volontà fino ad arrivare stremati, ridotti al minimo nell’autocontrollo e capitolare.
I no che dobbiamo pronunciare dunque sono quelli alla base delle nostre cattive abitudini, dei nostri comportamenti deleteri per l’equilibrio psicofisico.

A lavoro, dire di no perché non avete tempo di assumervi altre responsabilità può tradursi in più tempo libero per fare meglio il proprio lavoro e riuscire anche ad avere una vita privata soddisfacente. Inoltre, è stato dimostrato che le persone capaci di rifiutare a volte, di scegliere senza lasciarsi imporre nulla, sono rispettate maggiormente dal datore di lavoro rispetto a quelle che dicono sempre di . L’equilibrio passa dal no e dal sì, dal rifiutare come dall’accettare, un confine a volte molto sottile dal momento che dire no, ad esempio al cibo spazzatura piuttosto che al superlavoro, significa dire sì alla forma fisica e mentale, a se stessi.

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