Divorzi grigi, lasciarsi a sessant’anni per ricominciare

di Redazione 0

Divorzi grigi: lasciarsi a sessant’anni, mettere fine ad una vita di coppia che va avanti da decenni, tra alti e bassi, perché si ha voglia di ricominciare, perché non si è più innamorati, perché si vive male e ci si vuole concedere un’altra chance per essere felici. Scelte coraggiose dettate dal desiderio di costruirsi una nuova esistenza, ora o mai più.

Sono in aumento le separazioni tra coniugi over 60. Della spinta al distacco dal partner di sempre, un taglio netto con il passato vissuto come catarsi e nuovo inizio, parla la dottoressa Marialori Zaccaria, presidente dell’Ordine degli psicologi del Lazio, in un intervento all’Adnkronos Salute. Cosa spinge sempre più coppie a divorziare a sessant’anni ed oltre?

I divorzi grigi, spiega l’esperta, derivano da un nuovo modo di vivere le tappe dell’esistenza.

Ci si sente ancora giovani, con la capacità di cogliere nuove opportunità, non c’è più la necessità di accudire i figli e si teme sempre meno la loro disapprovazione, migliora la salute e ci sono anche farmaci che aiutano a potenziare le capacità psicofisiche. E, inoltre, non c’è solo il lato drammatico di una separazione: la possibilità di cominciare una nuova vita e progettare, anche in un’età avanzata, allontana lo spettro della vecchiaia. E spesso si dimentica che ci si può innamorare a tutte le età.

Oggi l’orologio psicologico si è spostato in avanti. E così capita di imbattersi in adolescenti di trent’anni, in giovani innamorati della vita e dell’amore a sessant’anni. D’altra parte, lo abbiamo visto anche con la crisi del quarto di vita, come le lancette della crisi di mezza età si siano spostate, stavolta indietro nel tempo, in una fase precoce della vita.

Il divorzio, sottolinea la Zaccaria, in questo contesto, ha anche una valenza di affermazione della propria vitalità e della capacità di potere ancora concedersi una nuova vita.

Capita, poi, che le coppie, dopo aver cresciuto i figli, si riscoprano estranee, diverse. C’è chi ricorre alla terapia di coppia per salvare la relazione, chi semplicemente si innamora di un altro o di un’altra.
Oggi non c’è più quella rassegnazione che frenava, in altre epoche, le persone avanti con gli anni dal rifarsi una vita.
E poi, spiegano gli esperti, c’è il fattore biologico che incide sui divorzi grigi. L’uomo a sessant’anni ha ancora il testosterone attivo, la percentuale di perdita è minima e si attesta all’1% all’anno. Spiega la dottoressa Alessandra Graziottin, che dirige il Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano:

E’ un uomo che, dal punto di vista biologico, vuole vivere ardentemente, soprattutto oggi in cui il principio del piacere è forte e i tabù meno presenti. Le donne, invece, vanno in menopausa a 50 anni e nella maggior parte dei casi non fanno le cure ormonali che invece potrebbero fare in sicurezza.

Per l’esperta una donna priva degli ormoni diventa apatica, perde il desiderio, si abbassa anche l’umore. Inoltre:

perde profumo di donna, è quindi meno attraente fisicamente. Bisogna evitare il terrorismo sulle cure ormonali: l’82% delle mie pazienti in menopausa è in terapia ormonale (contro il 3% nazionale) e la tenuta di coppia è più elevata della media.

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