I soldi non fanno la felicità!

di Redazione 1

Anche la scienza lo conferma: i soldi non fanno la felicità. Anzi, secondo una recente ricerca quando una nazione supera una determinata soglia di ricchezza, i suoi cittadini si sentono più tristi.
Questa teoria è stata elaborata da due professori di economia, Curtis Eaton e Mukesh Eswaran, i cui risultati sono stati pubblicati dal britannico Economic Journal.

Il concetto è semplice: quando un paese raggiunge una soglia ragionevole di ricchezza, i suoi abitanti si trovano con maggiori disponibilità economiche e cominciano ad acquistare oggetti di consumo privi di valore “‘intrinseco”, come vestiti di marca, auto di lusso o gioielli. Insomma, si cominciano a comprare o almeno a desiderare oggetti che servono solo a incrementare lo status-symbol di chi li possiede.

In sintesi, nei paesi ricchi si dà troppa importanza a oggetti che non sono strettamente necessari. L’infelicità, di conseguenza, aumenta in coloro che non si possono permettere un abito firmato o il cellulare più tecnologico disponibile sul mercato, anche se in genere non hanno problemi di denaro.

Questi prodotti non aggiungono nulla alla società, ma soddisfano solo chi li acquista, che può far così sfoggio di ricchezza. Tutti gli altri, al contrario, vengono colpiti da una sensazione di povertà e di frustrazione.

Inoltre, sostengono gli economisti, quando le persone sono eccessivamente concentrate ad acquisire prodotti status symbol, sono molto meno disposte ad aiutare gli altri. Questo circolo vizioso mina gravemente il senso di comunità e fiducia della collettività. Il rischio è che nel lungo periodo si limitino in modo irreversibile le prospettive di crescita dell’economia, poiché si deteriorano le regole alla base del funzionamento di una società equilibrata.

Insomma, troppo benessere nuoce non solo alla felicità degli individui, ma anche alla società nel suo complesso. Uno spunto di tipo economico che dovrebbe favorire una riflessione più approfondita su cosa è davvero importante per la nostra vita.

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