La psicologia del tradimento

di Redazione 4

 

La realtà del tradimento è qualcosa di molto spesso difficile da superare. Oggi vediamo insieme cos’è il tradimento e come è visto dagli “occhi del cuore” e soprattutto che ripercussioni riporta sulla nostra psiche. Ci verrà in ausilio anche una delle ultime ricerche pubblicate dallo psicologo Paolo Pozzetti. Il primo punto di vista del tradimento è quello che c’è nell’essere se stessi quando si tradisce, nello scendere nel proprio interesse egoistico.

Il primo canone quindi del tradimento, proviene dalla voglia di provare piacere nel senso più egoistico del termine. E da quanto pubblicato in questa ricerca, verrebbe fuori un nesso tra il tradimento e la religione, oltre che la filosofia, soprattutto nel dire “Ama il prossimo tuo, come te stesso“.
Ma il tradimento non si esaurisce con l’atto fine a se stesso, bensì, prosegue anche nel dopo, quando in un primo momento si passa subito alla delusione delle aspettative perchè c’è una sorta di auto coscienza che prende il sopravvento in noi e ci fa sentire colpevoli. Inoltre, la caduta delle aspettative e della progettazione dei rapporti fatta fino a quel momento viene a cedere. Da questo punto di vista, nell’aspetto psicologico del tradimento, il primo ad essere tradito è il proprio IO, con la caduta di tutte le proprie aspettative sul futuro.

Infatti, il rapporto occasionale con la mera scelta egoistica ci fa sentire in crisi subito dopo averlo fatto come l’aver attaccato tutti i progetti fino a quel momento fatti. La responsabilizzazione, molto spesso, nei soggetti più “forti” viene spostata immediatamente ai genitali, accusati di adulterio dichiarando chiaramente che “ci hanno tradito” per mero piacere. I tesi consigliati anche dal dottor Pozzetti riguardo a questi argomenti e che sicuramente riescono a far capire meglio l’argomento tradimento e psicologia sono Amare tradire e Eros e pathos, di Carotenuto e Le cose dell’amore di Galimberti.

Commenti (4)

  1. mi sembra un’analisi assolutamente non professionale, sembra pensata da un ragazzino inesperto di vita. Una visione delle cose cinica e non concreta, che tiene conto solo dei genitali del traditore e non della possibile sofferenza del tradito nè della condizione dell’amante usato come un oggetto in questo giochetto “egoico”. Uno psicologo dovrebbe sapere che quando si entra nella sfera dell’intimità (in particolar modo di quella sessuale) le conseguenze di quell’atto non possono in alcun modo essere prevedibili nè preventivabili, nè gestibili. tralasciamo la condizione dell’amante, sfruttato come un oggetto per uno sfogo sessuale (senza rispetto umano, senza sentimenti), ma questo psicologo esclude a priori che l’atto sessuale con un amante occasionale (definito al pari di un atto onanistico davanti ad un film porno) non possa in alcun modo scatenare sentimenti e pulsioni imprevedibili nel traditore? E come si fa a consigliare allegramente di compiere un atto quasi da cliente/prostituta e poi tornare a casa a svolgere la propria vita senza sensi di colpa? Mi spiace ma la vita non funziona così, ci sono le emozioni, i sentimenti, le passioni. Quando si va a letto con una persona, si entra in un’area grigia in cui non è possibile pianificare nulla, nel momento in cui si inserisce all’interno di un rapporto di coppia una terza figura, le conseguenze possibili diventano ingestibili da nessuna delle parti in causa, a meno che il terzo incomodo non sia mercenario, ma mi rifiuto di pensare che uno psicologo possa solo pensare una cosa del genere.

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