La violenza sulle donne e i centri antiviolenza

di Redazione 1

Le donne sono in pericolo? La violenza sulle donne è trasversale alle classi sociali e ai confini nazionali e non risparmia nessun paese, industrializzato o in via di sviluppo.

LOms sostiene che una donna su cinque ha subito violenza fisica e sessuale. In Gran Bretagna molte donne vengono picchiate a sangue dai proprio compagni, in Canada e in Israele è più “semplice” che una donna venga uccisa dal proprio partner che da un estraneo.

In Russia un omicidio su cinquanta è del marito e anche la Svezia non si sottrae a tale triste primato, tanto da far sostenere a Marianne Eriksson, parlamentare europea svedese, non troppo tempo fa che nel suo paese:

ogni dieci giorni una donna muore in seguito agli abusi subiti da parte di un familiare o di un amico

In America addirittura poi, ogni quindici secondi, viene aggredita una donna che di solito è il coniuge.

E in Italia com’è la situazione? Di certo poco rassicurante, tant’è che le donne uccise per mano di un uomo (mariti o conviventi soprattutto ma non sono esclusi ex fidanzati o familiari) aumentano ogni anno. La situazione è  a dir poco drammatica: allo stato attuale infatti si parla di una vittima ogni tre giorni.

E così non ci stupiamo purtroppo e amaramente constatiamo che il 31,9% della popolazione femminile tra i sedici e i settanta anni dichiara di essere stata oggetto di violenza almeno una volta nella vita: sono ben 6 milioni e 743 mila persone, quasi sempre colpite tra le mura domestiche.

Ora uno dei modi più efficaci per trovare scampo da questo orrore – lo sostengono le forze dell’ordine e gli operatori sociali – sono le stesse donne maltrattate e i centri antiviolenza, che solo nel 2009 hanno accolto, difeso, sostenuto, protetto 13.587 di loro, ospitandone 576 con i loro bambini (questi dati è possibile reperirli da D.i. Re, l’associazione nazionale che raccoglie e raggruppa cinquantotto centri antiviolenza italiani, www.direcontrolaviolenza.it).

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