Obesi a causa dell’olfatto

di Redazione 3

Oggi parliamo della spiegazione che è stata data da una ricerca scientifica recente, riguardante la patologia dell’obesità. Il legame tra la realtà olfattiva e quella dell’obesità, sarebbe molto forte, secondo la ricerca stimata dal team di ricercatori dell’Università di Cincinnati negli Stati Uniti d’America. Chi ha un olfatto particolarmente raffinato, o meglio, sviluppato, sarebbe tra i primi personaggi a rischio per costruire il proprio futuro sulla patologia dell’obesità.

A questa poi vanno a sommarsi dei dati psicologici complessi che fanno si che la persona cominci ad auto ledersi, ma andiamo per gradi. Chi soffre di questa patologia, è costretto a seguire una dieta particolare e soprattutto è obbligato anche a seguire una dieta eccessivamente riducente. L’ossessione verso la fame, infatti, è collegata ad un ormone chiamato grelina.

Come leggiamo sulla rivista Journal of Neuroscience, la grelina è un ormone che agisce direttamente sulle molecole del bulbo olfattivo e di conseguenza chi ha un olfatto molto sviluppato, è sicuramente più a rischio obesità.
La coordinatrice della ricerca Jenny Tong ha dichiarato che:

“Pensiamo che la grelina sia parte di un’importante interfaccia progettata per contribuire a rilevare le calorie nel nostro ambiente e per collegare questi input sensoriali con il regolamento interno del metabolismo e del peso corporeo”.

Da qui, viene fuori che dopo una serie di esperimenti fatti su cavie da laboratorio (spesso topi), a cui è stata iniettata una piccola dose di grelina, è subito venuto fuori che i topi hanno cominciato ad annusare maggiormente e con più rapidità il cibo, correndo verso lo stesso ed ingerendolo senza tregua.
Dopo il test è stato fatto su soggetti umani e si è rilevato un identico meccanismo olfattivo che ha portato all’incremento del peso corporeo. A spiegare la conclusione, Thomas Hummel, esperto di odori e sapori dell’Università di Dresda:

“In generale, questo studio sembra confermare che la grelina è un modificatore importante dell’appetito e del comportamento alimentare”.

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