Parlare in pubblico, quali strategie – prima parte

di Redazione 2

Ne abbiamo già discusso su Iovalgo, di come gestire l’ansia e vincere i timori di parlare in pubblico, presentando diverse tecniche utili allo scopo e consigli di chi è divenuto in poche mosse quello che si definisce un buon oratore ed un impavido quanto efficace comunicatore.

Torniamo sull’argomento per esporvi un’ulteriore lista di suggerimenti per migliorare il rapporto con il pubblico e concentrare l’attenzione esclusivamente sul messaggio, distogliendo la  mente da mine vaganti che possono compromettere il discorso accentuando il nervosismo. Visualizzate le tappe di un iter che ha come fine il successo del vostro intervento in pubblico.

Il primo passo è tutto concentrato nello sforzo di liberarsi dell’insieme di accessori ingombranti quanto inutili per la vostra mission. La concentrazione presuppone infatti campo libero, sgombro da negatività e paure, con al centro il vostro obiettivo: il discorso ovvero il messaggio.
Lasciate a terra le zavorre più comuni: “Mi tremerà la voce?”; “Ho una buona dizione?”; “Riuscirò a ricordare tutto quanto ho da dire?”.
Partite con a bordo l’essenziale: “Cosa ho da dire?”  “Perché voglio parlarne?” “Quali sono le reazioni che voglio suscitare in chi mi ascolta?”

E’ utile avere una scaletta con lo schema semplificato del discorso così come visualizzare, come fossero in grassetto, le parole chiave su cui ruota ed è imperniato il vostro intervento. Al centro il tema portante, intorno al fulcro, come pianeti, gravitano i termini che rappresentano i passaggi più salienti. Focalizzare le parole nella loro concretezza distoglierà le vostre energie dai timori di non riuscire a pronunciarle. Sono lì, le vedete, sono vostre, potete utilizzarle per comunicare e niente e nessuno può sottrarvele.

Che si tratti di un esame, piuttosto che della discussione di una tesi di laurea, di una presentazione di lavoro, o ancora di un comizio politico, la memoria non sempre è un valido alleato di una dissertazione brillante. Tutt’altro, potremmo quasi farla rientrare tra le zavorre.
Dover ricordare richiede infatti uno sforzo che aumenta la pressione. Il rischio è che saltare un passaggio possa creare un vuoto discorsivo, colmabile solo a prezzo di un fare mente locale imbarazzante quanto decisamente poco gradito al pubblico, che in quel tentennare intravede scarsa sicurezza ed insufficiente feeling con l’argomento.

[continua]

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