Fulminare con lo sguardo

di Redazione 0

Buona educazione, regole implicite nel vivere in una società civile vera e non che si definisca solo tale. Girare lo sguardo dall’altra parte quando qualcuno getta una carta a terra, non rispetta la fila, strattona una persona anziana, fa il prepotente, non è una buona strategia per migliorare il mondo in cui viviamo.

Al contrario, potere allo sguardo. Fisso. Immobile. Puntato con insistenza sul maleducato di turno per fulminarlo con un’occhiataccia. Un atteggiamento utile a far desistere l’incivile dal suo comportamento non rispettoso degli altri e dell’ambiente circostante. A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Newcastle University, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Evolution and Human Behavior.

A coordinare un curioso esperimento, il primo nel suo genere, su un campione di studenti, sono stati Melissa Bateson e Daniel Nettle appartenenti al Center for Behavior and Evolution. Il monitoraggio dei comportamenti dei partecipanti è stato effettuato nella caffetteria del campus, osservando se i giovani ripulivano o meno il tavolo dopo aver consumato, sistemando i vassoi, buttando via le cartacce ed i rifiuti. Nel locale i ricercatori hanno appeso alle pareti diversi poster in differenti posizioni che ritraevano alcuni semplicemente dei testi scritti ed altri foto di volti dallo sguardo più o meno penetrante a diverse altezze, sia maschili che femminili.

Ebbene, quando lo sguardo dei visi dipinti era all’altezza degli avventori, la percentuale di studenti che solitamente educatamente puliva il tavolo dopo aver terminato il pasto è raddoppiata. Sentirsi osservati, secondo gli autori dello studio, mette in soggezione gli incivili e li porta a correggere i propri comportamenti.
Le persone sono più cooperative quando avvertono gli sguardi degli altri addosso. Una ricerca, la prima con esperimento sul campo, inserita in un filone di studi psicologici che indaga sulle tattiche per rendere le persone meno maleducate e più civili e rispettose deglinegli spazi della vita comune.

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