Generazione Eleanor Rigby

di Redazione 0

I giovani di oggi si sentono sempre più soli, anche se sono circondati da persone, sia nella vita reale sia attraverso contatti virtuali. Una generazione di solitari, un modello di vita che ricorda molto la canzone dei Beatles “Eleanor Rigby”, che parla di tante solitudini che non riescono mai ad entrare in contatto. Ancora una volta, ad essere sotto accusa è Internet e, in particolare, i social network.

A lanciare l’allarme sono i ricercatori della Mental Health Foundation che, partendo da argomentazioni scientifiche e basandosi su un sondaggio svolto su 2.250 britannici, hanno tratteggiato uno scenario per certi versi preoccupante della Lonely Society : un mondo a parte, dove i ragazzi fra i 18 e i 24 anni sono i più esposti alla solitudine, con una percentuale due volte superiore agli over 55 che, fino a poco tempo fa, si ritenevano i più a rischio. In pratica, un giovane su tre (il 31%) ha ammesso di passare troppo tempo a comunicare via web con persone che si dovrebbero frequentare dal vivo.

Il Web non è ovviamente la causa del problema, ma secondo gli esperti può aggravare alcune situazioni già abbastanza delicate. Discutere con alcune persone online, infatti, può darci l’illusione di avere più contatti umani, distraendoci da un eventuale vuoto emotivo. Secondo lo studio, infatti, queste relazioni non sono paragonabili a quelle che si coltivano dal vivo.

In sostanza, la tendenza a ricorrere ai social network per stare in contatto con il resto del mondo va oltre il tradizionale concetto di socializzazione, creando una generazione di “Eleanor Rigby”, dove ognuno è imprigionato nella propria solitudine.

“Internet può essere fantastico per tenerci in contatto con chi ci sta a cuore e magari si è trasferito dall’altra parte del globo, ma occorre trovare un giusto equilibrio” ha concluso il responsabile della politica della fondazione, Simon Lawton-Smith.

Anche in Italia l’uso eccessivo di social network può essere la spia di un disagio già esistente. Secondo un sondaggio dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico su 800 persone fra i 20 e i 75 anni, il computer è diventato uno strumento sempre più importante: il 70% degli italiani intervistati, che lo usa almeno due ore in più al giorno rispetto al normale lavoro. «La sensazione è quella di trovarsi di fronte a persone completamente dipendenti dai pc – ha spiegato Paola Vinciguerra, presidente dell’associazione – e l’uso eccessivo di chat, social network , sms e mail può generare comportamenti ossessivi, ansia e depressione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>