Sei goloso di dolci? Forse hai anche un carattere “dolce”

di Luca Fiorucci 1

Una buona notizia per tutti coloro che sono golosi di cibi dolci: nonostante possano comunque far ingrassare e nuocere anche ai denti, secondo una ricerca americana, però, chi ama mangiare questi cibi ha, in genere, un carattere più amichevole ed è più propenso ad aiutare gli altri, è insomma, “dolce” anche di carattere.

 Lo studio è stato svolto da un gruppo di ricercatori guidati da Brian Meier, professore associato di psicologia a Gettisburg. Meier ha spiegato che l’interesse per le metafore sul corpo è cominciato tra i linguisti, ma gli psicologi sono comunque interessati ai risvolti  concreti di tali espressioni linguistiche e di questi modi di dire. Anche gli altri ricercatori hanno detto che questo è il primo studio che mostra che “le metafore sul gusto sono importanti nel rivelare alcuni comportamenti sociali”.


Il professore ha inoltre spiegato che voleva capire se vi potesse essere un legame tra la propensione a mangiare dolci e il carattere, se, insomma, non fosse solo un caso che la parola “dolce” (“sweet”) può essere usata sia per i cibi che per le persone. “E’ sorprendente che le persone altruiste ed amichevoli sono considerate “dolci” perchè il gusto sembra avere qualcosa in comune con la personalità e il comportamento” ha affermato lo studioso.

In una fase della ricerca, in particolare, a coloro che partecipavano all’esperimento venivano mostrate delle immagini di altre persone e detto loro solamente quali cibi preferivano: quelli che prediligevano cibi dolci venivano generalmente considerati più simpatici di coloro a cui piacevano maggiormente cibi salati o piccanti. Veniva, quindi, incosciamente associato il fatto che queste persone amassero i dolci con il fatto che potessero avere anche un carattere più amichevole.

In una seconda parte dell’esperimento, si è riscontrato che ci potrebbe essere effettivamente un legame, e non solo a livello inconscio. Ad alcuni studenti veniva infatti dato un pezzo di cioccolata, ad altri un cracker, ad altri niente, e in seguito veniva chiesto loro di dare una mano ad un altro professore, e quanto tempo sarebbero potuti essere a disposizione per aiutarlo. Coloro che avevano mangiato la cioccolata si dicevano disponibili per 24 minuti, mentre chi aveva ricevuto i crackers solamente per 17 minuti, e chi non aveva mangiato niente, per 14 minuti.

L.F.

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