Lamentarsi, un impulso poco salutare

di Redazione 0

Lamentarsi è una reazione piuttosto istintiva ed immediata, rafforzata dalla convinzione che possa servire a liberarsi di quello che non va. Tuttavia, i lamenti non servono a risolvere davvero i problemi, al contrario, sono l’alibi perfetto per non reagire e per continuare a vivere la propria esistenza nell’infelicità.

Più o meno tutti sanno che lamentarsi è semplicemente una valvola di sfogo, ma la tendenza a fissarsi su questo tipo di atteggiamento è assolutamente deleteria e non permette di intravvedere soluzioni alternative. Senza contare che, cadere nell’autocommiserazione, è di un’estrema facilità. Presentarsi agli altri come delle vittime del destino o dell’ostilità della gente, è spesso solo un pretesto difensivo, che trova nel consenso degli altri, la giustificazione razionale del disagio.

Come abbandonare, allora, questo comportamento quando scavalca i confini dello sfogo occasionale? La prima cosa da fare, ma probabilmente anche la più difficile è smettere di identificarsi con i propri problemi e con i pensieri negativi. E’ importante, perciò, imparare a distogliere l’attenzione dall’insoddisfazione che impedisce di vedere il nostro essere e su quello che realmente siamo in grado di fare.

Inoltre, è fondamentale cambiare prospettiva e se l’istinto porta a lamentarsi, ci si deve limitare a prenderne atto e trasformare quello stato di frustrazione in stimolo per riattivare l’energia interiore. Un errore piuttosto frequente, è quello aspettare e sperare che le cose, prima o poi, cambieranno. Come si può pretendere che gli eventi e le situazioni migliorino senza alzare nemmeno un dito? La speranza passiva, infatti, procura solo gioie temporanee, pronte a lasciare il posto subito dopo al dolore e alla delusione.

E’ importante, invece, fare leva su noi stessi, cercando di invertire la rotta. Quanto tempo ed energie si sprecano in lamenti? Bisogna assumersi le proprie responsabilità con fiducia e agire, perché gli eventi sono un’alchimia tra noi e il mondo esterno e l’unico tempo su cui si può intervenire è il presente.

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