I rituali sono la spia di problemi mentali?

di Redazione 1

Compiere sempre gli stessi rituali, come controllare più volte di aver chiuso il gas o le finestre di casa, può essere la spia di un disturbo ossessivo compulsivo. Si tratta di uno dei disturbi d’ansia più frequenti ed è caratterizzato dalla presenza di compulsioni e ossessioni.

Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Questi fenomeni mentali involontari infastidiscono molto le persone che ne soffrono, sia perché sfuggono al loro controllo sia perché provocano delle emozioni negative (es. paura, disgusto, senso di colpa, ecc.), a tal punto che in molti casi si sentono costrette a mettere in atto una serie di comportamenti ripetitivi o di azioni mentali per ridurre lo stato di disagio che li attanaglia (compulsioni).

Le compulsioni, infatti, dette anche rituali, sono dei comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se lo sportello della macchina è stato chiuso, riordinare) o delle azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi.

Come spiega il dottor Reuven Dar, professore di psicologia presso l’Università di Tel Aviv:

Se si vede che un bambino è molto legato ai rituali, e che diventa ansioso se non ha la possibilità di svolgerli, questo può essere un campanello d’allarme. Un altro fattore molto importante da tener presente è l’età. Se un bambino di 5 o 6 anni si arrabbia o si sente nervoso perché non può mettere in pratica uno dei suoi “rituali” può essere considerato normale, se invece si protrae anche negli anni successivi, dopo gli 8 anni, allora è importante cercare di trovare una soluzione. E’ altresì fondamentale vedere se il bambino sta solo facendo qualche capriccio per attirare l’attenzione del genitore oppure se è visibilmente più ansioso o a disagio quando vi sia qualche piccolo cambiamento nella sua vita.

Secondo il ricercatore, i comportamenti ritualistici sembrano dovuti ad un maggior livello di sensibilità, e chi ne fa uso, dal bambino all’adulto, se ne serve come se fosse un’arma per affrontare meglio le situazioni che si presentano.

Photo Credit|Medicinalive

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