La libertà di scegliere

di Redazione 0

Diamo spesso per scontato che la libertà di scegliere il proprio destino sia assodata per ogni individuo e forse in parte è così. Ma attenzione a non credere che gli eventi negativi siano necessariamente una conseguenza diretta delle proprie azioni o di una cattiva condotta altrui.

I rischi insiti nel credere che sia tutto frutto di una libera scelta ce li illustra un interessante studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science.
Ad effettuarlo un’équipe di ricercatori afferente alla Columbia University coordinata dalla dottoressa Krishna Savani.

Pensare che tutti hanno davanti una scelta, potenzialmente quella giusta, specie per levarsi da brutte situazioni, porterebbe le persone ad essere meno in sintonia con gli altri e soprattutto a mostrarsi meno propense a sostenere le politiche sociali per aiutare chi è in difficoltà.

Un esempio su tutti? Durante l’uragano Katrina, in molti, tra i lontani osservatori dell’evento, si sono chiesti come mai le persone sceglievano di restare sul posto. Senza tenere conto del fatto che quella gente proprio non sapeva dove altro andare. Negli Stati Uniti, molti dibattiti politici importanti sono spesso formulati in termini di scelta, dallo scegliere l’assistenza sanitaria alla selezione della scuola per i figli.

Evidentemente, sottolineano i ricercatori, c’è una enorme differenza tra fare una scelta sbagliata e non avere possibilità di scelta.  Non sempre è positivo per la società pensare che ciò accade è sempre sotto il nostro controllo, una conseguenza delle proprie scelte, una responsabilità diretta dell’individuo coinvolto in quanto accade.

Sottoposti a degli esperimenti mirati, alcuni individui si sono mostrati meno propensi a sostenere la promozione di politiche di uguaglianza quando pensavano alle persone come ad esseri che hanno sempre una scelta.
Inoltre, sempre tenendo bene in mente la possibilità di scegliere di ciascuno, eventi negativi come un attacco di cuore o la perdita del lavoro venivano imputati dai partecipanti al diretto interessato, alle sue cattive scelte.

Pensare che tutti hanno una scelta riduce l’empatia e la preoccupazione per il bene collettivo, tanto che di fronte alla foto di un bambino povero, il pensiero martellante che tutti possano scegliere il proprio destino, riduceva il sentimento di compassione.

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[Fonte: “What choice do we have?”, Association for Psychological Science ]

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