Lavoro, come trasformare un sorriso falso in un sorriso vero

di Redazione 1

Il clima disteso e sereno sul lavoro è un po’ come la famiglia del mulino bianco: esiste solo negli spot o comunque l’idillio spesso è temporaneo e può rompersi facilmente con l’ingresso di un nuovo membro in ufficio, l’arrivo di un nuovo capo, un progetto che mette tutti sotto pressione e fa perdere la calma anche ai caratteri più pacifici e gioviali. Spesso, anche se non lo esprimiamo con le parole, la nostra espressione trasuda ostilità a go go il che potrebbe rendere l’atmosfera ancora più rovente e tesa e compromettere la nostra produttività sul lavoro.

E allora che fare? Come sorridere ai clienti più burberi e saccenti, al collega antipatico e presuntuoso o al capo prepotente? In molti ricorrono al sorrisetto stereotipato, falso come la plastica, dipinto in viso per tutto l’orario lavorativo, forzato con un’evidenza che ha dell’imbarazzante.

Ci viene in soccorso un recente studio condotto dalla Michigan State University. I ricercatori hanno scoperto che il sorriso falso stampato in volto peggiora lo stato d’animo dei lavoratori e compromette il rendimento professionale.
La situazione migliora se invece si sorride sul serio. Già,  ma come sorridere davanti alle lamentele di un cliente particolarmente esigente? Semplice, focalizzandoci per un secondo su altro: un viaggio, il nostro compagno, una cena, il viso di un bambino sorridente, insomma qualsiasi cosa ci faccia davvero sorridere.

I pensieri positivi aumentano la produttività e anche la nostra resistenza in un clima teso. Il sorriso falso peggiora l’umore soprattutto nelle donne perché il conflitto tra l’espressione serena e le emozioni negative che ancora si agitano dentro, può far sentire a disagio e a fine giornata non ci si sente più se stessi.
I datori di lavoro, spiega Brent Scott, docente di management, non dovrebbero obbligare i dipendenti a sorridere di continuo perché questo può portarli ad un esaurimento emotivo che peggiora il rendimento.
Lo studio completo è stato pubblicato sull’Academy of Management Journal.

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[Fonte: “A Multilevel Field Investigation of Emotional Labor, Affect, Work Withdrawal, and Gender”, Academy of Management Journal]

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