Le donne italiane sono le più stressate d’Europa

Abbiamo parlato più volte dello stress, uno dei mali che affligge l’individuo che vive nella società contemporanea. Molto spesso i soggetti più colpiti sono le donne. È proprio per questo che non sorprende il risultato di una recente ricerca effettuata dalla Nielsen. Sono state intervistate 6mila donne che hanno evidenziato come in tutta Europa le donne italiane siano le più stressate. Emancipazione, indipendenza, successo nel mondo del lavoro non hanno aiutato la condizione femminile, ma hanno portato a degli effetti disastrosi come lo stress dovuto all’eccessivo carico di impegno richiesto al gentil sesso.

Cosa non fare quando si lavora a casa

Molti pensano che lavorare a casa sia un vantaggio. In realtà, se il lavoratore non riesce a gestire in maniera corretta e ad organizzarsi meticolosamente nella divisione dei compiti il telelavoro si può rivelare una vera e propria condanna. Per ovviare a questo risvolto negativo del lavorare da casa bisogna seguire delle linee guida. Innanzitutto, non bisogna lavorare fuori dall’orario di ufficio. Mi spiego meglio. Lavorando a casa, siete voi che decidete i vostri break e i vostri impegni. Ma sarebbe bene fare un piano di lavoro e decidere quali sono le ore da dedicare al lavoro e quali no.

Infelicità? Buttarsi nel lavoro non serve

Quante volte dopo una delusione amorosa abbiamo deciso di buttarci a capofitto nel lavoro per non pensare? Questo modo di fare fa sì che per l’individuo il lavoro diventi più importante di qualsiasi altra cosa ed una vera e propria esigenza. Per questo, viene chiamata workaholism la sindrome da dipendenza dal lavoro che rappresenta un disturbo ossessivo-compulsivo e che dà origine ad  un vero e proprio comportamento patologico. Oggi, a proposito di questo, vogliamo parlarvi dei risultati di una recente indagine condotta presso la Kingston University di Londra.

A lavoro? Andate a piedi

Uno dei temi più scottanti dell’ultimo periodo riguarda lo stress provocato dal lavoro. Imprevisti, scadenze, obiettivi da perseguire, compiti da svolgere, tutto porta una grande ansia nei confronti del lavoratore sempre pronto a portare a termine tutto ciò che gli viene chiesto. A proposito dello stress causato dal posto di lavoro, l’Università di Lund, in Svezia, ha condotto una ricerca interessante.

Lavoro, molti assenti per lo stress

È una ricerca del Chartered Institute of Personnel and Development a confermarlo. In Gran Bretagna, ma la cosa potrebbe essere valida anche per molti altri Paesi, lo stress determinato dal lavoro è il colpevole delle assenze per malattia sul posto di lavoro. Le statistiche dicono che due lavoratori su cinque si assentano dal lavoro per troppo stress e decidono di mettersi in malattia.

Stress da lavoro, dati impressionanti per le donne

Sono impressionanti i dati che riguardano l’ultima indagine effettuata sulla popolazione italiana che riguarda lo stress da lavoro. Ne abbiamo parlato già diverse volte su IoValgo. Lo stress comporta tutta una serie di disturbi, come la spossatezza, la stanchezza, disagi psichici e mancanza di forza fisica che compromettono molto la salute psico-fisica dell’individuo che ne soffre. Secondo la relazione presentata dall’Ospedale milanese Fatebenefratelli ed effettuata dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda), gli italiani che sono affetti dallo stress da lavoro ammontano circa a nove milioni.

Stress da lavoro, mille facce per un solo nemico

 Lo stress da lavoro, spesso lo immaginiamo semplicemente come un fattore di rischio che colpisce chi è sottoposto ad un carico eccessivo di fatica fisica, ad esempio quella correlata a mestieri che portano a stare in piedi o a sollevare carichi tutto il giorno. In realtà tutti possono soffrire di stress da lavoro, dagli insegnanti agli impiegati, dai muratori ai manager. Un disagio psicofisico che si esprime in molti modi diversi e con sintomi che variano da caso a caso, ne abbiamo parlato spesso raccogliendo il parere degli esperti su come imparare a riconoscere le diverse categorie di distress e come reagire.

Stress da lavoro, quando lavorare rende felici

 Stress da lavoro, se ne fa un gran parlare negli ultimi tempi in riferimento a quello che sarebbe più corretto definire distress, lo stress negativo, una condizione che ci richiede sforzi maggiori di quelli che siamo capaci di sopportare o ancora un carico sbilanciato in relazione a gratificazioni e soddisfazione personale. In verità lo stress, lo abbiamo ricordato più volte, l’eustress, è positivo. Senza stress non ci sarebbe vita, spinta all’azione, alla produttività, all’esserci ed al rispondere agli stimoli esterni che ci consente di prendere coscienza di esistere e ci sottrae al limbo del vegetare. Un eccesso di tranquillità e di inazione può rendere infelici esattamente come il troppo lavoro, se non peggio.

Aumento dei controlli su stress da lavoro

Aumentano i ritmi serrati quotidiani ed aumentano le dosi di stress. Sempre più crisi dei lavoratori, sempre più richieste di aiuto da parte degli psicologi secondo le indagini effettuate dal Censis sugli interventi fatti dalle unità operative psicologiche.

Lo stress è quello che ci portiamo dietro dal lavoro e soprattutto dai crolli quotidiani tra un caffe ed una sigaretta. Continuando a parlare di lavoro, purtroppo, quotidianamente si abbassano le nostre difese e creiamo un tunnel poco distensivo di problemi che si scarica sulla nostra saluti.

Stress, mantenere la calma a lavoro

 Stress da lavoro, in ufficio, in fabbrica, a casa, ovunque voi lavoriate può capitare di essere sommersi da un carico di lavoro e di tensione eccessivo che travalica il tempo a disposizione, le proprie competenze ed attitudini, rende difficile conciliare la vita professionale con gli impegni della vita privata, sociale e familiare.

Ovviamente, quando si parla di stress da lavoro, è bene ricordare che è sottointeso si stia parlando di distress, lo stress negativo, perché l’eustress è invece una spinta positiva all’azione che ci sottrae all’inerzia, ci rende produttivi e ci consente di reagire con il mondo circostante e a conti fatti di vivere. In poche parole, non è tutto stress quello che fa male all’equilibrio psicofisico. Chiarito questo punto, quando si è sotto stress capita più facilmente di essere nervosi, suscettibili, irritabili e di perdere le staffe più facilmente con colleghi, dipendenti, collaboratori, clienti, dirigenti. Di seguito una lista di consigli pratici e di facile attuazione stilati dagli esperti per mantenere la calma a lavoro.

Stress da lavoro, le donne ci convivono

 Stress da lavoro: l’incidenza sulle donne indagata dalla “Prima inchiesta sullo stress da lavoro nel mondo femminile” a cura dell’Assidai e della SDA Bocconi. Su un campione di 400 lavoratrici interpellate dall’indagine, ben il 95,6% sa di che si tratta per esperienza. Una su tre ha affermato che ci convive. Il 62,6% delle lavoratrici ha dichiarato di subirlo in particolar modo in alcuni periodi dell’anno.

Lo stress da lavoro colpisce tutti indiscriminatamente quando il carico di tensione positiva che spinge alla produttività diventa eccessivo, non commisurato al tempo, agli incarichi ricevuti, quando gli oneri della vita professionale soffocano gli altri aspetti del vivere quotidiano. Ci sono delle categorie più a rischio nell’universo lavorativo femminile? La risposta, dedotta dai dati di questa inchiesta, è .

Stress da precarietà, i consigli dell’Eurodap per combatterlo

 Stress da lavoro precario, abbiamo già parlato degli effetti del precariato sul benessere psicofisico dei lavoratori. Chi vive una condizione lavorativa instabile, caratterizzata da insicurezza economica, incertezza sul futuro, oltre che più esposto al rischio impotenza ed in generale alle malattie, vive anche in uno stato d’animo di perenne ansia e spesso è portato a subire maggiori pressioni pur di non perdere un posto già estremamente in bilico.

In aiuto ci viene il vademecum messo a punto dall’Eurodap, l’Associazione europea disturbi da attacchi di panico. La psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’associazione, ha stilato alcuni consigli che possono essere utili al popolo, sempre più in crescita, dei precari, per affrontare la vita con meno stress e preservare il benessere mentale. Vediamoli.

Stress da lavoro, parola d’ordine: respirare

 Lo stress da  lavoro vi affligge? Prima di fare qualsiasi altra cosa molto più complessa ed impegnativa per liberarvene, è bene ricordarsi di un’operazione molto semplice ma a cui diamo troppo spesso poca importanza: la respirazione.

Tutti respiriamo, ovviamente, ma non tutti lo facciamo bene ovvero nel modo più ottimale, tradotto ulteriormente quello che ci permetterebbe di trarne i maggiori benefici. Perché è importante respirare in genere e nello specifico quando si è sotto stress, lo sintetizza perfettamente il dottor Lazzari, spiegando cosa avviene nel nostro organismo quando facciamo un bel respiro profondo, si tratta di una catarsi a dir poco positiva:

Apportare più ossigeno stimola il metabolismo e l’attività circolatoria favorendo il drenaggio dei prodotti di scarto (vedi anidride carbonica e acido lattico). Non solo: provoca un abbassamento dell’adrenalina, una minor tensione neuro-vascolare oltre a diminuire il livello di colesterolo e degli zuccheri nel sangue.

Stress da lavoro d’ufficio

 I sintomi del distress, lo stress negativo, spaziano dalle ripercussioni sulla sfera emotiva all’impatto fisico sull’organismo, dai disturbi cognitivi alle conseguenze sulla vita di relazione.

Abbiamo imparato a riconoscere i sintomi delle cinque categorie di stress. Nello specifico, oggi vediamo cosa avviene in ufficio, quali sono le spie più comuni di un carico di tensione eccessivo. Fisicamente lo stress sul lavoro in chi è incollato per molte ore al giorno alla scrivania, si manifesta con dolori allo stomaco, bocca secca, mani sudate, mal di schiena, disturbi digestivi. Dal punto di vista emotivo, aggressività e malessere diffuso dominano anche a causa di frequenti problemi di insonnia. Il rischio è di diventare più distratti e meno produttivi.