Altruismo ed egoismo, una convivenza possibile

di Redazione 1

Si può essere altruisti ed allo stesso tempo egoisti? In alcuni casi sì, se pensiamo infatti a quanto la felicità ed il benessere di chi ci sta intorno, soprattutto quando si tratta della nostra famiglia, dei nostri amici, ci influenzi in maniera positiva, con vantaggi per il nostro umore e per lo stato d’animo che si risolleva immediatamente circondato da tanti sorrisi. La felicità è contagiosa, come tutti i sentimenti che portano il segno +, ecco perché aiutare gli altri, essere generosi, contribuire alla soluzione di un problema che in realtà ci toccava poco da vicino, o almeno così ci sembrava, ha degli enormi benefici nella nostra vita e nel nostro bilancio emotivo.

Il vero egoismo, a volte, è proprio l’altruismo. Pensate a lavoro o nella vita familiare a come andare incontro alle esigenze altrui, dare una mano, fare parte della soluzione piuttosto che del problema,  possa contribuire a creare quel clima sereno di cui noi abbiamo bisogno prima degli altri. Certo, questo non vuol dire mettere da parte i propri desideri per soddisfare pienamente quelli degli altri né farsi in quattro, tralasciando i propri obiettivi per aiutare gli altri a raggiungere le loro mete. Significa semplicemente che, quando abbiamo la possibilità di essere parte integrante della soluzione di un problema altrui, non dobbiamo tirarci indietro o ostacolare l’ingranaggio di solidarietà e partecipazione che si è messo in moto, pensando che ci rallenti.

Un proverbio africano recita che chi vuole arrivare prima dovrà correre da solo ma chi vuole arrivare lontano dovrà camminare insieme. Pensiamoci ogni volta che siamo tentati di tirarci indietro dal fare la nostra parte nella vita altrui perché non abbiamo tempo, dobbiamo correre avanti nella nostra, pensare solo a noi stessi perché solo così raggiungeremo la vetta.

Sbagliato. Il cammino in solitaria, atto a soddisfare solo il nostro ego, porta a scalare montagne poco alte, quelle di un io isolato dal resto del mondo. L’io che si ferma a soccorrere i compagni, invece, a conversare con loro, condividere sfide e tappe importanti, arriverà più tardi in cima ma non avrà più importanza, perché rallentando si sarà goduto il percorso e non avrà più nemmeno tutta questa fretta di arrivare.  E’ un po’ come quando chiacchierando con un amico non ci interessa più dove stavamo andando di preciso, ce ne dimentichiamo e senza pensarci, conversando, ci rendiamo conto di essere già arrivati, senza fatica, senza il peso del tempo, senza la morsa della solitudine.

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>