Come si diventa ottimisti?

di Redazione 0

Il pessimismo è un atteggiamento disastroso: non ci permette di aspirare al successo, ci rovina i momenti più belli gettando un’ombra sul futuro, ci rende sgradevoli alle altre persone. Tuttavia, non si tratta di una condizione scritta nel nostro DNA: smettere di pensare sempre in negativo è possibile. Anzi, è doveroso.

Il contrario di un leader non è il gregario. E’ il pessimista. Aspettarsi sempre il peggio da noi stessi, dagli altri e dal mondo è l’errore più grave che possiamo commettere nel nostro percorso verso il miglioramento. La mancanza di ottimismo ci chiude in una gabbia senza vie di uscite, facendo diventare la felicità un traguardo irrealizzabile.

Concentriamoci quindi sul cambiamento. Ma da dove iniziare? Cominciamo con l’abbracciare una causa che sia davvero importante. Questo ci darà la forza e il desiderio di credere nella possibilità di migliorare il mondo, a partire da noi stessi. Una causa qualsiasi non basta: se le nostre motivazioni sono superficiali, questo sforzo non durerà a lungo.

Quando pensiamo ad un progetto o ad una situazione, diamo più spazio alle potenzialità, rispetto che alle difficoltà. Le prime ci daranno l’energia e le idee per cancellare le seconde. Le persone pessimiste si bloccano in partenza, facendosi fermare dai problemi, ancor prima di aver tentato di realizzare i propri sogni.

Confrontiamoci con storie di successo: saranno l’ispirazione giusta per cambiare la nostra vita. Pensiamo a Gandhi, senza violenza e senza potere, è riuscito a cambiare il mondo in cui viveva. Ricordiamoci di Helen Keller, sorda e cieca, che divenne scrittrice, attivista politica e fondatrice di un’organizzazione no-profit. Leggiamo la storia di Benjamin Franklin che, abbandonata la scuola a causa della povertà della famiglia, divenne uno scienziato e politico. Questi grandi esempi possono restituirci la fiducia nelle nostre possibilità.

Liberiamoci delle parole negative: l’utilizzo di questi termini influenza la nostra mente e il nostro spirito. Dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno: questo non significa ignorare gli aspetti difficili della realtà, ma saper valorizzare quanto di positivo ci circonda.

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