Il linguaggio del corpo, comprendere la comunicazione non verbale

di Redazione 5

La comunicazione non verbale, il linguaggio del corpo: gesti, postura, sguardo, tono e volume della voce, ritmo, movimenti involontari o più o meno studiati che lasciano trapelare un messaggio spesso molto più esplicito e diretto delle nostre parole. Un modo di parlare all’altro che non di rado tradisce le nostre reali intenzioni, quel pensiero che si nasconde, neanche troppo velatamente, in un abbassare gli occhi repentino, nell’arrossire, nella delusione che traspare dalla stizza palesata sul nostro volto. Ma come imparare a comunicare non verbalmente e soprattutto, abilità decisamente molto più utile ed intrigante, come interpretare i segnali non verbali emessi dei nostri interlocutori?

Come ci spiega il professor Ronald E. Riggio, autore di Applications of Nonverbal Behavior, non esistono tecniche di facile apprendimento che svelino i segreti del linguaggio del corpo, celati da un meccanismo a dir poco complesso e certamente non soggetto a regole ugualmente valide per tutte le persone che ci troviamo di fronte, anche sulla base di retaggi culturali e accezioni differenti attribuite al medesimo gesto. Si può piuttosto, secondo il parere dell’esperto, esercitarsi ad interpretare i messaggi non verbali veicolati dagli altri partendo dall’osservazione del nostro di linguaggio del corpo e monitorando le reazioni che scatena in chi ci osserva.

In aggiunta, perché no, domandare proprio agli altri, in maniera piuttosto esplicita, come hanno interpretato quel nostro gesto piuttosto che un nostro sguardo più o meno espressivo. Se alziamo gli occhi al cielo cosa penseranno ad esempio gli altri? Che siamo esasperati, divertiti, ironici, stiamo divagando imbarazzati da una conversazione che ci mette a disagio? E’ interessante ottenere un feedback sui nostri segnali non verbali proprio per saperne di più sull’altro, su come ci legge, su come ci interpreta. E’ attraverso l’altro che impariamo a conoscere e ad esplorare l’altro che pure è in noi, vivo e presente, in attesa di essere compreso e svelato per una migliore introspezione.

Per meglio decifrare ed impiegare la comunicazione non verbale è utile, secondo Riggio, procedere per gradi, partendo da una fase di  attenta osservazione di sé e degli altri, passando per la verifica, come anticipavamo tramite un feedback diretto, del potenziamento di questa abilità, a finire con molta pratica nelle situazioni sociali più disparate. E, ovviamente, non deve mancare una buona dose di motivazione.

[Fonte: Ronald E. Riggio, Applications of Nonverbal Behavior]
[Foto: Buzzle.com; aochoamora.blogspot.com]

Commenti (5)

  1. Molto interessante l’idea di Riggio, alla quale non avevo mai pensato: chiedere il feedback degli altri. In effetti a ben pensarci può essere un esperimento utile quanto interessante per potenziare le nostre abilità di cogliere i segnali del corpo, e non mancherò di provarla in futuro. 😉

  2. In pratica assumere un’espressione ed una posa seducente e chiedere:”Ti sembro sensuale?” 🙂 sì interessante da fare tra amici però, come esercizio divertente 🙂
    In effetti spesso interpretiamo erroneamente i segnali non verbali. Se qualcuno abbassa lo sguardo mentre parlo pensiamo subito che ha qualcosa da nascondere, magari è solo imbarazzo a tirare fuori delle emozioni, timidezza, ritrosia. Quante volte ci fasciamo la testa per quella che ci sembrava un’occhiataccia o un tono risentito! Il meccanismo di comprensione delle emozioni veicolate dal linguaggio del corpo è davvero molto complesso!

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