I litigi sul lavoro, come comportarsi senza ansia

di Redazione 0

Avete un capo ufficio che non sopportate? I colleghi vi rendono la vita difficile perché non sono per niente simpatici? Lavorare sempre con le stesse persone e nello stesso posto non è molto semplice. Questi aspetti negativi possono poi influire in modo drastico sull’andamento lavorativo e sulla produttività.

È per questo che bisogna considerare con attenzione a come comportarsi nel caso ci siano delle liti sul posto di lavoro. A proposito di questo è stato condotto uno studio statunitense, riportato su The Grind Stone, che ha attestato che i manager spendono più tempo a risolvere i litigi fra dipendenti (circa due ore a settimana) che a lavorare. Il datore di lavoro, in effetti, si trova in grande difficoltà perché deve cercare di creare sempre un clima di armonia e di stabilità in ufficio e fare in modo che tutti possano essere più produttivi.

Ecco perché è molto importante che il manager di un’azienda sappia non farsi prendere dal panico e dall’ansia, ma riesca a gestire il modo sapiente i litigi. Prima di tutto bisogna comprendere il motivo del diverbio. Solitamente se si tratta di questioni davvero banali è meglio lasciarle stare e non continuare a discuterne. In questo modo si potrebbero soltanto inasprire le situazioni ed è meglio stare in silenzio. Ci sono, invece, casi in cui non è possibile non intervenire e quindi bisogna innanzitutto ascoltare entrambe le parti coinvolte insieme. Il confronto è fondamentale e per poter prendere delle decisioni importanti è giusto che si capisca a fondo la situazione. I due litiganti dovranno spiegare il motivo del loro litigio portando a galla la verità e cercando, alla presenza di un “mediatore”, di trovare un punto di accordo. In questi casi è importantissimo avere self-control e non farsi prendere dall’ansia di risolvere la questione in poco tempo. Questo non farebbe altro che portare ad una soluzione provvisoria del problema che potrebbe ripresentarsi a breve. Inoltre, è fondamentale essere imparziali e giudiziosi.

Foto Credits | Emanuele Longo su Flickr

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