Sintomi della depressione ed esposizione alla luce notturna, scoperto un legame

di Gianluca Molinaro 1

 

Tra i sintomi tipici della depressione ed esposizione cronica alla luce notturna potrebbe esserci un collegamento. E’ quanto sostiene Tracy Bedrosian, uno dei principali autori di un recente studio, condotto sui criceti presso l’Ohio State University, i cui risultati confermano le crescenti evidenze che indicano l’esposizione cronica alla luce artificiale notturna come responsabile dell’aumento dei casi di depressione negli ultimi 50 anni.

Il disegno sperimentale utilizzato da Bedrosian e collaboratori, Randy Nelson, professore di neuroscienze e della psicologia dellOhio University  e Zachary Weil, professore assistente di ricerca nel campo delle neuroscienze, ha previsto la divisione di una popolazione di criceti in due gruppi: uno era esposto ad un normale ciclo luce-buio, l’altro era esposto a 16 ore di luce e le rimanenti 8 erano caratterizzate dalla presenza di una luce fioca che ricorda quella emessa da un televisiore che accompagna le notti di tante persone. Dai risultati è emerso come i criceti esposti alla luce durante la notte per quattro settimane hanno mostrato la comparsa di sintomi depressivi, come ad esempio meno interesse nel bere acqua e zucchero di cui sono grandi consumatori.

Come conseguenza di questa esposizione alla luce si è registrata un’aumentata espressione del gene che produce il fattore di necrosi tumorale, il TNF, appartenente alla famiglia delle citochine, messaggeri chimici che nel tentativo di riparare una zona lesa o infetta del corpo  possono provocare infiammazioni dannose. Dallo studio, tuttavia, sono emersi risultati positivi: quando i criceti esposti alla luce fioca ritornavano ad un ciclo luce/buio standard entro due settimane  non manifestavano sintomi depressivi e tornavano a livelli normali di attività. Inoltre, i ricercatori, in un secondo esperimento, hanno dimostrato come la somministrazione del farmaco XPro1595, inibitore del fattore di necrosi tumorale TNF, frenava lo sviluppo dei sintomi depressivi nei criceti esposti alla luce fioca.

Secondo Bedrosian i risultati della ricerca, pubblicati online sulla rivista Molecular Psychiatry, possono essere generalizzati anche agli esseri umani:

“La buona notizia è che le persone che rimangono fino a tardi davanti alla televisione e il computer potrebbero essere in grado di neutralizzare alcuni degli effetti nocivi semplicemente tornando ad un normale ciclo luce-buio,  minimizzando la loro esposizione alla luce artificiale di notte”.

 

Foto Credits /  Polybiotique su Flickr

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