
Smettere di fumare è una delle azioni che più mettono a dura prova la resistenza di una persona. Secondo uno studio recentemente condotto negli Stati Uniti la rabbia, questa spregevole emozione difficile da gestire, potrebbe riuscire a convincere più persone ad interrompere questo vizio, rispetto ad altri stimoli.
Una ricerca svolta da Christian Vaccaro, dell’Indiana University of Pennsylvania, che sarà pubblicata sulla rivista “Social Psychology Quarterly”, sembra dimostrare che, a dispetto dei luoghi comuni, gli uomini sono paurosi quanto le donne, e sarebbero solo più abili nel nascondere le loro paure, per attenersi meglio allo stereotipo del “maschio forte”. Le donne, invece, riuscirebbero meglio a celare la loro rabbia e aggressività, per meglio conformarsi allo stereotipo del “gentil sesso”.
Nulla viene dal nulla, spiega Signe Whitson, autrice di How to Be Angry: An Assertive Anger Expression Group Guide for Kids and Teens, a proposito della rabbia che crediamo spesso immotivata e che ci fa quasi paura, comune in molti adolescenti e bambini nei confronti dei loro coetanei e che spesso sfocia in conflitti più gravi che preoccupano genitori ed insegnanti e la società tutta. L’esperta spiega che bisogna guardare oltre quello che è il comportamento superficiale di un bambino e capire perché anche a sette anni e tra amichetti possano sorgere sentimenti così forti e dirompenti di aggressività.
Un sms inviato a tarda sera, quando la stanchezza e lo stress di un lungo giorno hanno annebbiato le nostre facoltà mentali, una reazione istintiva che ci ha fatto sfuggire di bocca parole a dir poco offensive che in momenti di lucidità non avremmo mai pronunciato. A chi non è capitato di perdere le staffe e poi pentirsi di quanto detto o fatto? Sapersi controllare non è facile se si è in presenza della persona o nel corso dell’episodio che ci ha scatenato la rabbia e l’irritazione. Lo è invece se si è lontani dal fulcro del nostro risentimento. O almeno è più semplice.
Per strada, al telefono, in ufficio, in famiglia, si assiste spesso, ahinoi, a discussioni in cui a prevaricare è una sola voce, che si distingue dalle altre perché è più acida, più stridula o magari per un tono autoritario, perentorio, piuttosto che isterico, agitato, concitato. Chi alza la voce è il più forte, è quello che vince, ammesso che ci sia qualcosa da vincere, in un diverbio? Generalmente, la voce che sentite sovrastare le altre è sicuramente quella del soggetto più coinvolto, più preso dalla discussione, quello con un bisogno più alto di imporsi, di far valere le proprie
A distanza di mesi da un episodio che ci ha fatto a dir poco infuriare può capitare di sorridere, pensando a quanto si è stati stupidi a sprecare tante risorse, una dose così alta delle nostre emozioni, per qualcosa di irrilevante, a conti fatti, che a mente fredda ha dimostrato di non fare alcuna differenza per la nostra vita e di non avere alcun impatto su di noi. Eppure, se riusciamo a guardare alla nostra rabbia con distacco, a distanza di tempo, forse è proprio perché l’abbiamo vissuta così intensamente, ci siamo passati dentro come avviene per il
Emozioni negative, ne abbiamo parlato spesso in relazione alla necessità di non reprimerle, di imparare a viverle ed a superarle, canalizzandole in percorsi che confluiscono in azioni positive per noi e per gli altri. Oggi parliamo nello specifico della delusione di un