Yoga, meditazione, ipnosi: boom di cure senza farmaci

di Redazione 2

La medicina diventa sempre più soft: cresce infatti la voglia di curarsi senza pillole. In Italia come nel resto del mondo si cerca una strada più naturale verso la salute, puntando in particolare sulla prevenzione delle malattie. Yoga, pilates, ipnosi, fitness, trattamenti ayurvedici, reiki e molto altro ancora: ecco i nuovi percorsi del benessere.

Cambia l’approccio alla salute: le persone non vogliono più curare sintomi specifici, ma cercare una via olistica al benessere, che faccia bene alla mente e al corpo. Insomma, basta con le cure più invasive e standardizzate: molto meglio cercare di trovare l’equilibrio corretto del nostro organismo, insistendo su uno stile di vita il più sano possibile.

Soffri di mal di schiena? Gli antidolorifici diventano sempre più un rimedio di emergenza: sul medio e lungo periodo, meglio puntare a qualche esercizio specifico come il pilates. Vuoi dimagrire o smettere di fumare? Prova con l’ipnosi.

Questi rimedi in buona parte sono figli della cultura introdotta dalle medicine non convenzionali. “Dopo aver insegnato a noi occidentali a riscoprire il rapporto tra dottore e paziente, ci hanno trasferito un nuovo concetto: quello dello stile di vita sano” spiega Guido Giarelli, professore di sociologia alla facoltà di Medicina dell’Università della Magna Grecia “Discipline orientali come l’Ayurveda da sempre puntano su un approccio olistico, cioè globale, alla persona, non solo legato alla malattia del momento”.

Il paziente smette insomma di considerarsi una macchina con dei pezzi non funzionanti. La visione è stata rivoluzionata: i singoli organi vengono valutati nel contesto di un approccio integrato, dove la loro sinergia e il risultato complessivo possono fornire risposte importanti sullo stato di salute di ciascuno di noi.

Questa visione inoltre evidenzia l’interazione fra una persona e il suo ambiente. L’obiettivo non è solo curare, ma riequilibrare una persona nel profondo, stimolando l’autoguarigione: il paziente diventa sempre più coinvolte nel trattamento e si assume maggiori responsabilità rispetto all’approccio tradizionale.

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