Cardiofobia e psicoterapia breve strategica, intervista al professor Giorgio Nardone

 Cari amici di Iovalgo, proseguiamo il nostro speciale sulla psicoterapia breve strategica a fianco del professor Giorgio Nardone, ideatore del trattamento breve contro fobie ed altri disagi psicologici.

Dopo aver introdotto il metodo, abbiamo chiesto allo psicoteraupeta di illustrarci alcuni casi di applicazione pratica della TBS a fobie più o meno comuni. Oggi ci occuperemo di una patofobia molto diffusa: la cardiofobia.

Fiabe e psiche

Il momento della fiaba, è una storica evocazione che riporta all’infanzia, sicuramente però, come abitudine si sta perdendo un po’. Recenti ricerche, parlano di quanto la favola, non sia soltanto una cosa per bambini, ma molti psicologi e psicoterapeuti internazionali, tendono ad utilizzare le favole per migliorare lo status delle persone e dei pazienti. Principalmente, l’aiuto sarebbe quello di migliorare l’ottimismo e la vitalità dell’individuo, oltre a capire quale desiderio si annovera nel cuore della persona.

La fiaba è un meccanismo di comprensione sia logico che razionale, che attiva un nuovo processo di identificazione con i personaggi che aiuta a razionalizzare le situazione e farsi forte nell’affrontare la quotidianità.

Auto, colori, psicologia

Spesso i nostri articoli sono rivolti ad un pubblico “in rosa”, anche perché peculiarità della popolazione femminile è sicuramente essere più attente al quotidiano, ai figli, ai modi di vivere, all’alimentazione e tutto ciò che riguarda la progressione dell’individuo ed il suo rapporto mente e corpo.

Oggi analizziamo invece un recente studio effettuato dalla Ford, che probabilmente attirerà di più i maschietti. Che rapporto abbiamo tra l’automobile, il suo colore e la nostra psiche? Ma andiamo per gradi.

Da dove viene l’imbarazzo?

Nella vita molto spesso si è messi di fronte a particolari situazioni, che noi individui non riusciamo a cogliere, poi pentendocene amaramente perché si tratta di quelle occasioni che magari non capitano più. Analizzando la percentuale di volte in cui l’uomo medio perde l’occasione importante, è risultato che la vergogna e l’imbarazzo sono portatori costante della perdita di occasioni.

Quante volte ci sarà capitato nella vita quotidiana di avere una sensazione di rossore e di sentirci paralizzati nei movimenti e soprattutto nelle parole? Sicuramente spesso. Vediamo oggi, quindi, i risultati di una recente ricerca che illustrano da dove viene questa sensazione e soprattutto come combattere i sintomi della stessa.

Imprecare fa bene

Oggi tocchiamo un argomento, che nel periodo Pasquale, sembrerebbe un po’ fuori luogo, ma comunque è un argomento di rilevanza scientifica, e quindi sembra giusto condividerne i contenuti.

Oggi parliamo di un momento che almeno una volta nella vita, ha coinvolto ogni singolo individuo del pianeta. Stiamo parlando del momento in cui si manda qualcuno a quel paese. Non vie è mai capitato di arrabbiarvi, oppure di farvi prendere dall’ira perché qualcuno vi ha fatto (e magari continua a farvi) qualcosa di male che vi fa perdere le staffe? Ebbene, se questo vi è successo, potete dichiararvi individui normali.

Uomini giudici, donne possibiliste

Di libri sulle differenze tra uomo e donna ne sono stati scritti a bizzeffe, ma gli individui di sesso maschile e femminile sono così diversi tra loro, che non basterebbe un’intera enciclopedia.

Per questo motivo, oggi ci limitiamo a parlare di una ricerca che è stata condotta di recente dall’Università di Warwick e successivamente pubblicata sulle pagine della rivista Archives of Sexual Behavior.

Chi è felice del presente mangia male

 Capita che dopo aver inseguito a lungo la tanto agognata felicità, e se si è bravi a vederla averla trovata nemmeno troppo lontano, dopo averne assaporato il gusto inebriante ed essersi lasciati prendere dalla gioia più assoluta, insomma, ecco che a smontare il nostro entusiasmo intervengono ricerche come quella di cui vi parliamo oggi che in sostanza avvicina la felicità di vivere il presente ad una minaccia per la linea.

Eh già, almeno secondo quanto affermato da un recente studio effettuato da un’équipe di psicologi afferenti alla Pennsylvania State University ed alla Texas A & M University, pubblicata in questi giorni dalla rivista specializzata Journal of Consumer Research. Ma veniamo ai dettagli sul legame tra abitudini alimentari e stato d’animo scovato dai ricercatori americani.

Psicoterapia breve strategica, intervista al professor Nardone

Psicoterapia breve strategica

 Un trattamento terapeutico per guarire dalle fobie e non solo in tempi brevi, quasi magici… per saperne di più abbiamo contattato l’ideatore dell’intervento breve, il professor Giorgio Nardone, che ci accompagnerà nel nostro speciale sulla psicoterapia breve strategica, raccontandoci anche di alcune applicazioni pratiche a disagi più o meno comuni, come la cardiofobia, la dismorfofobia, il disturbo ossessivo compulsivo.

Ma partiamo dalla storia della psicoterapia breve strategica e dalla descrizione dell’approccio nuovo, operato a partire dalla brief therapy della Scuola di Palo Alto.

Obesi a causa dell’olfatto

Oggi parliamo della spiegazione che è stata data da una ricerca scientifica recente, riguardante la patologia dell’obesità. Il legame tra la realtà olfattiva e quella dell’obesità, sarebbe molto forte, secondo la ricerca stimata dal team di ricercatori dell’Università di Cincinnati negli Stati Uniti d’America. Chi ha un olfatto particolarmente raffinato, o meglio, sviluppato, sarebbe tra i primi personaggi a rischio per costruire il proprio futuro sulla patologia dell’obesità.

A questa poi vanno a sommarsi dei dati psicologici complessi che fanno si che la persona cominci ad auto ledersi, ma andiamo per gradi. Chi soffre di questa patologia, è costretto a seguire una dieta particolare e soprattutto è obbligato anche a seguire una dieta eccessivamente riducente. L’ossessione verso la fame, infatti, è collegata ad un ormone chiamato grelina.

Ansia da straniero per gli italiani

 Gli italiani alle prese con l’ansia da straniero. Secondo un recente sondaggio condotto dall’Eurodap, l’Associazione europea disturbi da attacchi di panico, il flusso di immigrati proveniente dal Nord Africa, scatenato dalla primavera democratica del Mediterraneo, spaventa la popolazione che, a dire il vero, viene anche abbastanza sobillata da quel terrorismo dell’altro inculcato e su cui fanno leva alcuni partiti politici, al fine di raccogliere consensi dall’emarginazione piuttosto che da una più ragionevole integrazione che punti al multiculturalismo.

E, come volevasi dimostrare, benché chi sbarca non sembra affatto animato da cattive intenzioni se non quelle di un futuro migliore (per la maggior parte è così), secondo il sondaggio, la preoccupazione maggiore è proprio che aumenti la criminalità nel nostro Paese. Una paura che a dire il vero fa anche un po’ sorridere dal momento che di criminalità ne abbiamo già made in Italy, della peggior specie, quella che si (tra)veste bene, e ci conviviamo dalla notte dei tempi purtroppo.

Donne pelose con figli intelligenti

Sicuramente può sembrare una provocazione, ma oggi parliamo di una recente ricerca pubblicata sul Psychology & Sociology e condotta dal team di ricercatori dell’Università di Alberta.

Le donne, per una questione di estetica, ogni giorno, si trovano a combattere con i peli. Il pelo viene tagliato, raso, strappato e maltrattato in ogni modo per essere estratto o spesso nascosto, ma quando si tratta di donne con degli ormoni troppo alti, o superiori alla media, ovviamente non c’è tanto da fare proprio perché è una rincorsa costante rispetto al tempo di crescita. Ovviamente non sono tutte uguali le donne perché non hanno la stessa quantità di ormoni, c’è chi è costretta quotidianamente a lottare contro i peli e chi una volta ogni quindici giorni fa un giro di pinzetta e finisce li.

Stress da precarietà, i consigli dell’Eurodap per combatterlo

 Stress da lavoro precario, abbiamo già parlato degli effetti del precariato sul benessere psicofisico dei lavoratori. Chi vive una condizione lavorativa instabile, caratterizzata da insicurezza economica, incertezza sul futuro, oltre che più esposto al rischio impotenza ed in generale alle malattie, vive anche in uno stato d’animo di perenne ansia e spesso è portato a subire maggiori pressioni pur di non perdere un posto già estremamente in bilico.

In aiuto ci viene il vademecum messo a punto dall’Eurodap, l’Associazione europea disturbi da attacchi di panico. La psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’associazione, ha stilato alcuni consigli che possono essere utili al popolo, sempre più in crescita, dei precari, per affrontare la vita con meno stress e preservare il benessere mentale. Vediamoli.

Meno peso più memoria

Oggi parliamo di una ricerca interessante che titola così: scende il peso ed aumenta la concentrazione.
Ebbene si, sembra che sia stato dimostrato che perdere peso aiuta sia la salute, ma anche la memoria e la concentrazione dell’individuo. La perdita di massa corporea, porterebbe ad un aumento dell’attività celebrale, con l’aumento netto anche degli impatti positivi che lavorano sulle prestazioni cognitive.

La ricerca che giunge a questa conclusione, arriva dalla Kent State University degli Stati Uniti d’America, dove un gruppo di 150 persone, delle quali 109 erano obese, si sono sottoposte alla chirurgia bariatrica. Stiamo parlando di un intervento di riduzione del grasso corporeo. Dopo sole 12 settimane dall’operazione, dai test realizzati in laboratorio e successivamente pubblicati sulla rivista Surgery for Obesity and Related Diseases, è stato dimostrato, come le funzioni cognitive sono migliorate nettamente, riuscendo a passare da un livello di concentrazione e memoria molto basso ad uno normale.

Felicità, in calo a 30 anni ritorna dopo i 50

 Felicità, la inseguiamo in tanti, cercatori di attimi felici improvvisati o esperti, come si trattasse di scovare un qualcosa che si nasconde bene e il più delle volte, magari, scopriamo che si tratta di un giocare a nascondino con noi stessi e che la felicità ci sfugge di mano proprio quando cerchiamo di trattenerla piuttosto che viverla.

La ricerca si interroga da tempo su quale sia il cammino che conduce alla felicità, quali i fattori che più contano, quei sentieri che se imboccati ci fanno arrivare prima ad essere felici e più a lungo. Soldi, amore, salute, il giusto mix. Cos’è la felicità se non un concetto che sfugge, da sempre, ad ogni tentativo di definizione? Nell’impossibilità di tracciarne confini precisi, si indaga su quali siano le età più felici della vita, interpellando persone di età diverse sui loro momenti migliori, i picchi di felicità.