Le fobie, dagli esordi alla psicoterapia

di Redazione 1

Le fobie interessano circa un quinto della popolazione. Sotto quest’etichetta si nascondono infatti fenomeni molto diversificati, come ad esempio la paura per alcuni animali (ad esempio ragni o serpenti), il timore di affrontare situazioni specifiche (come i luoghi affollati o chiusi), e così via.

Il concetto di fobia non è di per sé un’emozione negativa: è semplicemente un meccanismo di difesa che ci aiuta a cogliere i pericoli. Tuttavia può diventarlo quando si estremizza, trasformandosi in fobia. In questo caso, la reazione diventa realmente sproporzionata rispetto al dato di partenza: ad esempio alcuni fobici hanno paura semplicemente di osservare foto di animali temuti, anche se questo non comportano ovviamente nessun pericolo.
Quando scatta questo meccanismo, la fobia rischia di paralizzarci, limitare le nostre azioni, spesso interferendo pesantemente con la nostra capacità di prendere decisioni razionali, lasciandoci in balia della sorte e delle decisioni altrui.

Alcune fobie infatti possono condizionare fortemente le nostre attività o addirittura la qualità della nostra vita. Pensiamo ad esempio all’agorafobia, ovvero la paura dei luoghi affollati: chi ne soffre ha difficoltà a frequentare mezzi di trasporto pubblici, negozi, locali, rischiando spesso di far fatica persino ad uscire di casa.

La fobia quindi rischia di rinchiuderci in una gabbia. Affrontare le proprie ossessioni diventa quindi in molti casi una necessità. Il primo passo per affrontare la fobia consiste nell’accettarla e riconoscere che essa è soltanto uno stato mentale, una creazione della nostra mente.

La causa può essere un ricordo ancestrale di cui è rimasta una traccia nel cervello o un’esperienza negativa amplificata fino a essere vissuta successivamente come fobia. Solo i casi più gravi richiedono un trattamento farmacologico, mentre normalmente si ricorre alla psicoterapia, mettendo gradatamente a confronto il soggetto con ciò che teme.

Le fobie gravi solitamente si curano tramite psicoterapia: il trattamento psicologico è infatti orientato alla risoluzione dei processi che mantengono il disturbo, ovvero alla rottura del circolo vizioso che alimenta o potrebbe cronicizzare il problema. L’intervento psicologico mira a eliminare la fobia e la crisi associata all’entrare in contatto con oggetti, pensieri o situazioni temute al fine di rendere libera la persona di vivere la propria vita così come vorrebbe.

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