Affrontate la paura d’amare

Purtroppo non è molto facile per un uomo o una donna dopo un lungo periodo di  solitudine, decidere di lasciarsi andare ad una relazione. Le cause possono essere tante e sono di certo tutte soggettive ma ciò che “congela” queste persone emotivamente, è un “meccanismo di difesa” che consente loro (in realtà di far credere loro) di non soffrire più se si evita il sentimento d’amore.

Non è così infrequente che una storia d’amore, soprattutto quando è stata importante e che è causa di una ferita narcisistica profonda, renda distanti e generi un vero e proprio rifiuto da parte di chi si è sentito intimamente, fortemente deluso.

In realtà tali insicurezze andrebbero esaminate accuratamente e con spirito critico. Non si fugge alla paura ma la si affronta apertamente senza sentirsi frustrati se da soli non si è in grado di comprendere le ragioni di un così intenso livello d’ansia. La “paura d’amare”  quando è così invasiva, andrebbe analizzata con l’aiuto di un esperto .

I consigli di Stephen King per il successo

Se nella vita abbiamo deciso di fissarci alcuni obiettivi, un buon metodo per raggiungerli è imparare da chi è riuscito a realizzare i propri sogni in grande stile. Tra i maestri che possiamo prendere a modello, Stephen King è sicuramente uno dei più interessanti, grazie al suo mix unico fra rigorosa disciplina e creatività Ma cosa ci può insegnare il famoso scrittore a proposito di successo?

La psicologia del tradimento

 

La realtà del tradimento è qualcosa di molto spesso difficile da superare. Oggi vediamo insieme cos’è il tradimento e come è visto dagli “occhi del cuore” e soprattutto che ripercussioni riporta sulla nostra psiche. Ci verrà in ausilio anche una delle ultime ricerche pubblicate dallo psicologo Paolo Pozzetti. Il primo punto di vista del tradimento è quello che c’è nell’essere se stessi quando si tradisce, nello scendere nel proprio interesse egoistico.

Il primo canone quindi del tradimento, proviene dalla voglia di provare piacere nel senso più egoistico del termine. E da quanto pubblicato in questa ricerca, verrebbe fuori un nesso tra il tradimento e la religione, oltre che la filosofia, soprattutto nel dire “Ama il prossimo tuo, come te stesso“.

No tecnostress day, un giorno per combattere lo stress moderno

 Guardare la tv, parlare al telefono o navigare su internet sono diventate azioni quotidiane; lo sviluppo della tecnologia ha cambiato positivamente il nostro stile di vita ma, come in tutte le cose, un uso eccessivo genera effetti contrari per il nostro benessere. Il 10 settembre è il No Tecnostress Day, una giornata per combattere un nuovo tipo di stress, definito moderno perchè causato dall’influenza della tecnologia nella vita di ogni giorno.

Gli amori estivi non durano

Alzi la mano chi non s’è invaghito, inebriato, perso durante le vacanze estive. La “bella stagione” ci rende luminosi, disponibili, rilassati: inevitabilmente l’amore ci chiama e a questa rispondiamo “si“. Un’indagine promossa da Pasqua Vigneti e Cantine confermano tale “assertività”: 6 italiani su 10 si innamorano molto più facilmente durante le vacanze, anche se ciò non è garanzia di riuscita.

Pare infatti proprio che  nel 74% dei casi gli amori estivi agonizzino già dopo due mesi e nonostante le distanze non siano più un problema come un tempo. E incredibilmente, chi soffre di più del mal d’amore sono gli uomini al 54%, i giovanissimi ne sono colpiti ben per il 64% e i single di ritorno al 58%. Tale situazione è causa di depressione per l’87% dei casi, ansia per il 74% e sbalzi d’umore al 59%  e per alcuni ciò è anche causa di gravi disturbi alimentari, per il 13%.

Questa indagine, ha passato al setaccio i siti web in cui sono presenti i contributi di persone di età compresa tra i 18 e i 55 anni  e la conclusione semplice ma non scontata, è che l’amore è un sentimento che rende viva e piena di energia l’estate. Le ragioni sono molteplici: il ritmo di vita più rilassato, l’assenza di stress, un risveglio di desideri sopiti, la riscoperta del proprio corpo, paesaggi diversi e piacevoli, la possibilità di godere di più tempo per se stessi.

La linea sottile che lega psicologia e colori

 

La scelta del colore preferito è una cosa innata, ed è una delle poche scelte che nella vita viene ripetuta. Questo perchè solitamente, quando si sceglie la tonalità (cosa che avviene già da bambini) di proprio gradimento, è veramente raro cambiarla, e questo accade sia nell’abbigliamento, che negli oggetti che portiamo con noi. Gli ultimi studi psicologici basati sui colori e fatti a statistica, parlano addirittura di colori che migliorano l’umore.

Alcuni individui, infatti, sono pronti ad avere una influenza molto forte del proprio colore preferito sulla loro emotività e di conseguenza sulle proprie scelte di vita. I caratteri più sensibili, ad esempio, indossando il proprio colore preferito, sentono un aumento dell’energia corporea, oltre alla voglia di fare.

Stress da rientro

Se in questi giorni vi sentite storditi, avete un calo dell’attenzione, mal di testa, problemi digestivi, reffreddore, mal di gola, tosse e dolori muscolari, riflettete potrebbe essere una chiara manifestazione da stress da rientro o ancor meglio di quello stato di tristezza definto da da post-vacanza. La causa dell’improvviso cambiamento del nostro umore è dato solitamente dal “forzoso” e repentino cambiamento delle abitudini: se le vacanze c’hanno visto rilassati e impegnati in attività che non comportano particolari obblighi, il ritorno a casa e al lavoro ci ripiomba in una realtà fatta di obblighi e la ripresa dei ritmi e scadenze quotidiane.

Addirittura, questi sono cambiamenti che se avvengono bruscamente possono provocare un forte disequilibrio non solo psicologico, ma soprattutto fisico. Il corpo ha bisogno dei suoi tempi per “acclimatarsi” e riappropriarsi delle precedenti condizioni di vita, l’intervallo che sottende i due momenti, può rivelarsi dunque piuttosto difficile e questo è la ragione per cui si percepisce tristi, distratti, poco presenti.

Il mattino ha l’oro in bocca!

Quando suona la sveglia, non è facile abbandonare il letto e cominciare la giornata con un sorriso. Eppure possiamo fare molto per risvegliarci con vitalità ed entusiasmo, grazie a piccole attività che ci permettono di ritrovare l’energia necessaria. Ricordiamoci: “ chi ben comincia è già a metà dell’opera”!

L’egoismo viene dalla mamma

 

La ricerca effettuata tra le Università di Oxforx e quella del Tennessee tenutasi a Knoxville, ha tenuto conto del comportamento definito “egoistico” basandosi sull’impatto di geni. Gli esami sono stati effettuati sull’impatto che i geni attraverso l’imprinting genomico (la dichiarazione della provenienza), creano quel determinato comportamento.

Infatti, sembra che secondo questi dati l’espressione caratteriale dei geni sia differente a seconda se questi siano stati trasmessi dalla mamma o dal papà. La scoperta di questa ricerca, sembra dimostrare quanto i geni di provenienza materna portino ad un conflitto con quelli paterni nel caso dei rapporti con gli altri. I geni al femminile, da parte di mamma sembrerebbero essere quelli che tendono a stimolare i comportamenti egoistici, mentre quelli da parte di padre stimolano di gran lunga di più i comportamenti altruistici.

La separazione di mamma e papà

Comunemente si pensa che più piccolo è il bambino, meno dolorosa sarà la separazione dei genitori. Nulla di più sbagliato, perchè a due o tre anni l’unico filtro che posseggono per codificare gli eventi, sono gli stati emotivi degli adulti e soprattutto della mamma. Non essendo in grado di distinguere il proprio mondo separato da quello dei genitori e di eleborare queste emozioni, vede il distacco dei genitori tra loro come un distacco da sé, la percepisce come una minaccia spaventosa, una perdita irreparabile, lo spettro di una solitudine angosciante.

Questa è la ragione per cui gli resta dentro una disperazione lancinante e non perde mai la speranza consolatoria che i genitori possano tornare assieme. E’ un sogno che  alimentano quotidianamente e in un’età in cui si pensa che le favole possano inverarsi. I genitori pertanto devo impegnarsi a non confondere il bambino con separazioni conflittuali ma neanche con allontanamenti improvvisi o incontri intermittenti. Proprio questi ultimi, alimentano l’illusione che la famiglia possa tornare unita e rinnovano così una sofferenza straziante.

Nella pubertà invece, la prima conseguenza della separazione dei genitori provoca un’accellerazione del processo di distacco. Mamma e papà si separano e i figli mordono il freno (precocemente rispetto ai suoi coetanei) , conquistandosi velocemente l’autonomia. I rischi sono però insidiosi: mancando la gradualità del normale processo di maturazione, possono imbattersi nell’adolescenza, momento della vita già particolarmente critico con forti problematicità.

Gli stati ansiosi dei bambini

L’ansia, la potremmo considerare di fatto lo stato o la condizione che deriva dal non poter soddisfare le proprie esigenze, l’origine di tale inquietudine la troviamo nell’infanzia. L’ansia è dunque un tipo di auto-preoccupazione fatta di dubbi e svalutazioni nei propri confronti. Inizia da bambini, quando iniziamo ad osservare il  mondo al di fuori della famiglia.

La scuola fa da palcoscenico alle nostre espressioni vitali, è qui che ci mettiamo a confronto con la socialità, in cui emergono i primi comportamenti inattesi e che il più delle volte, possono compromettere apprendimento e serenità individuali. Vi sono nuove regole da seguire, inizia la competizione e in embrione è quello che determinerà di noi il successo o meno nella società.

Sono diversi i segnali che indicano quando un bambino vive un forte disagio scolastico, come sono diverse le espressioni con cui questo disagio si manifesta nella realtà. A grosse linee, si può dire che insofferenza, intolleranza e iperattività sono la spia di un’aggressività covata e pronta ad esplodere, la timidezza invece fa da muro invalicabile e non consente l’interazione con i propri coetanei e con l’insegnante, mentre la distrazione isola emotivamente dal contesto della classe. 

Se sei una carogna piaci alle donne

 

L’identikit dell’uomo che ci piace: arrabbiato, tormentato, alcolizzato, drogato, danneggiato. Siamo oneste: è questo il tipo di uomo che ci fa perdere la testa . Di loro si può solo diire che sono garanzia di sofferenza, di tormento ed estasi, di scompensi emotivi. Non è difficile individuarli, sono quelli che con innocenza, immediatamente ti rivelano “io sono sbagliato per te” e noi, galvanizzate da quella promessa di infelicità ci lanciamo con slancio e senza esitazioni nel gorgo oscuro e profondo del loro male di vivere. A volte però i dannati si legano a persone inquiete come e più di loro. Un esempio? Bonnie Clyde, i rapinatori legati da una disperazione e da un amore indissolubile, banditi e assassini, viveno svaligiando banche fino all’incontro fatale con i mitra della polizia che li ha crivellati di colpi unendoli anche nella morte. E ancora..: Liz Taylor e Richard Burton, stessa passione per l’alcool, compagni di letto e di bevute, di botte e di passione e disperatamente necessari l’uno all’altra da sposarsi un’infinità di volte e altrettanto divorziare e nell’immaginario di tutti restare “la coppia” per eccellenza anche dopo la morte di lui e i gli altri innumerevoli mariti di lei. Sid Vicious, il cantante dei Sex Pistols e Nancy Spungen, hanno nutrito il loro amore di eroina e angoscia e anche qui con una conclusione terribile: lui ha accoltellato lei e poi è morto di overdose.

E come non ricordare Joe Orton e Ken Halliwell, il brillante commediografo nell’era della “Swinging London” e il suo secondo: compagno, segretario, amante e tuttofare. Si amano di un amore travolgente e senza fiato ma tanti i tormenti anche per la promiscuità sessuale di Joe e così finisce che Ken lo uccide fracassandogli la testa a martellate.

Ma non finisce qui e così abbiamo i dannati che si redimono. E pentiti cercano la salvezza in una donna che sia per loro porto sicuro. Quelli dallo sguardo lucido per l’ultima bravata e flebili ti dicono che senza di te non possono farcela ed ecco che scatta la molla, la chiamata alle armi e ci facciamo travolgere dalla sindrome “Io ti salverò“, esattamente la stessa del famoso film di Hitchock che travolge la psicoanalista Ingrid Bergman e la smarrisce nelle nevrosi di un Gregory Peck magnifico, psicopatico e probabilmente assassino, che avvertiva un malessere ogni volta che vedeva delle righe parallele, mistero di chissà quale misfatto della sua torbida vita.

Vita di coppia, non è vero che gli opposti si attraggono

 Un detto popolare sostiene che gli “opposti si attraggono“, effettivamente nella vita di tutti i giorni non è difficile incontrare coppie composte da persone molto diverse l’una dall’altra. Questo perchè in alcuni casi leghiamo con un partner con un carattere diverso dal nostro in grado di “darci” quello che ci manca; ma è proprio vero che tendiamo a ricercare l’unione con partner così diversi da noi?

I gioielli parlano di personalità

 

Dimmi che prezioso usi e ti dirò che personalità hai…Questa è l’interpretazione di nuove ricerche psichiatriche. Vediamo così che differenza c’è tra le varie combinazioni “preziose” che si possono avere. Non c’è differenza tra preziosi di oreficeria o di bijoutteria, perchè parliamo di rapportro tra gusti e personalità e non di materiale vero. L’interpretazione dei gusti è stata fatta dal Dottor Augusto Iossa Fasano, consulente psichiatra della Asl Città di Milano.
Avere addosso l’oro giallo è simbolo di una persona che ha una alta autostima di se. Sembra una persona molto trasgressiva, ma invece davanti al mondo mantiene un certo aspetto tradizionalista che da l’idea di incorruttibilità. Chi ama l’oro bianco, invece, è simbolo di ambiguità e contraddizione perchè va oltre tutte le mode. Anche qui è una spiccata tradizione classica a dar l’idea, ma il suo sembrare l’acciaio dei robot rende comunque l’individuo moderno. Le perle trasmettono un senso di pace sia in chi le indossa che in chi le guarda. Molto spesso infatti sono legate a due simbolismi: la terza età e la verginità. Questo deriva soprattutto dalla storia, che nel Medioevo vietava le perle a prostitute e zingari.