A volte capita di fare delle vacanze che ci stancano più di un normale giorno di lavoro: percorsi estenuanti, poche ore di sonno, impegni rigidamente organizzati e attività faticose rischiano di non permetterci di sfruttare le nostre ferie per concentrarci sul nostro benessere e ricaricare le batterie. E se provassimo una vacanza olistica, all’insegna della salute di mente e corpo?
Mente e Corpo
Natura, toccasana per la sovraesposizione tecnologica
Chi è che in tempi recenti riesce ad avere un distacco netto dalla tecnologia? In pochi…veramente in pochi. I tipi più nervosi, anche in vacanza quest’anno hanno dimostrato di andare a controllare la posta in continuazione e soprattutto di andare a leggere di continuo sul display del cellulare l’eventuale presenza di una chiamata oppure di un messaggio. Il termine che viene utilizzato dagli studiosi è improcrastinabile. Ciò che è superfluo viene considerato di continuo urgente, e tutto questo a seguito del continuo flusso di informazioni a cui la nostra memoria è costretta a ricorrere insieme alle capacità costanti di apprendimento.
Per affrontare questo studio, ci sono voluti 5 neuroscienziati americani, insieme ad un reporter del New York Times che hanno deciso di affrontare questa vacanza nello Utah per capire se la completa immersione nel relax e soprattutto nella natura, riuscisse ad aumentare le proprie ancolazioni d’ansia per poter rilassare la mente ed invertire tutti gli effetti negativi che lo stress da sovraesposizione tecnologica provoca negli individui. Nel gruppo dei cinque c’erano sia personaggi che credevano nell’effetto della natura sia chi non ci credeva ed era semplicemente scettico, utilizzando tranquillamente tutti i gadget tecnologici in suo possesso.
Jovanotti, la sua voce tra musica e passione
Cosa c’è di più rilassante di ascoltare buona musica? Al mare, a casa o in ufficio, ci aiuta ad allontanarci dal tram tram quotidiano ed in alcuni casi riesce ad insegnarci qualcosa. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è uno dei protagonisti principali della musica italiana che, con i suoi 20 anni di successi internazionali, si è conquistato la stima di persone da tutto il mondo non solo attraverso le sue bellissime canzoni ma soprattutto grazie al suo invito all’amore ed alla solidarietà.
Talassoterapia: un toccasana per muscoli e circolazione
In periodo estivo, per chi si riesce a concedere una vacanza al mare è giusto parlare di qualche pratica svolgibile proprio nelle località turistiche italiane. Oltre a parlare del bene del sole e dello iodio che ci offre il mare, con la sua acqua salata, oggi parliamo anche di talassoterapia. Chiariamo prima di tutto le idee per chi ancora non avesse chiaro il tipo di terapia.
Si tratta di una metodica conosciutà già dagli antichi tempi perchè il nome deriva dal greco thalassa che vuol dire mare e terapia che vuol dire trattamento. Però la storia vera del trattamento come inteso oggi parte nel 1700 grazie al medico di origini inglesi di nome Richard Russel. Con questa terapia oggi (molto amata), il mare viene sempre più visto come fonte di bellezza e benessere grazie all’insieme di oligo-elementi minerali e vitamine indispensabili che l’organismo di ognuno accetta di buon grado.
La vergogna non è sempre negativa
Si pronuncia la parola vergogna e subito arrivano alla mente idee negative. Si pensa alla vergogna di chi ha commesso un errore, anche molto grave, e viaggerà a lungo accompagnato da un pesante senso di colpa. Eppure, questa emozione, non è sempre negativa.
Perché può essere una bussola che ci dà una direzione: se si prova vergogna per un’azione compiuta, per esempio per aver tradito la fiducia di un amico o deluso le aspettative di chi si ama, vuol dire che questo comportamento è andato contro la propria morale, ha infranto quelle regole profonde che fanno parte di sè. E questo dolore farà da monito per evitare di commettere ancora uno sbaglio simile. Insomma, la vergogna assomiglia a una specie di fitta, che risveglia la propria etica e aiuta ad agire meglio. Un tempo, poi, c’era la vergogna che sentiva chi era additato perchè diverso, per il colore della pelle, per i suoi ideali o per la sua storia.
Pensiamo alla tristezza come ad una risorsa
La tristezza fa pensare immediatamente alle stagioni. Tra tutte, assomiglia all’autunno, perché il tono dell’umore va in caduta libera, come il sole e le foglie. Ma è un’emozione decisiva perché riesce ad azzerare la nostra identità e a portare un nuovo modo di essere, se la si vive al meglio, se la si accoglie. E proprio qui sta il grande dilemma contemporaneo, perché noi ci ostinamo a combatterla a suon di domande inutili. O, addirittura, ad annullarla a colpi di estenuanti bombardamenti di psicofarmaci, che hanno un solo risultato: aprire la strada alla depressione.
Invece, dobbiamo riuscire a comprendere che l’anima è la parte più autentica e saggia di noi. Non sbaglia mai. E se fa arrivare dentro noi stessi la tristezza è per farci capire che stiamo facendo un percorso sbagliato, che il nostro essere si sta snaturando e che esistono delle alternative salvifiche ai modelli di oggi. Per questo dovremmo lasciare che il dolore si espanda. Perché, infondo, è come un parto, come la rottura delle acque che è presagio di nuova vita. Come una porta che si spalanca all’arrivo di un’energia creatrice, che ci rigenera. Come una benedizione che ci allontana dagli errori e ci regala un’altra possibilità per essere veramente noi stessi, nel mondo più vero.
No all’incubo del peso
Ci è arrivata addosso la stagione del costume da bagno e c’è da giurare che la gran parte delle signore si dedicherà, più ferocemente del solito, a ogni sorta di privazione alimentare per rispondere alla imperiosa esigenza di essere magre. Più magre possibile.
Secondo le statistiche circa il 90% delle donne sarebbe convinto di pesare troppo; ogni giorno il 25% delle donne decide di ricominciare una dieta più volte iniziata, interrotta, ripresa o conclusa. Le cronache, poi, ci informano di giovani che per inseguire la magrezza mettono addirittura in pericolo la vita.
Cruciverba? Un toccasana per la mente
Le parole crociate sono una delle abitudini più amate durante l’estate: viaggiando su treno o aereo, riposando sotto l’ombrellone, godendosi qualche minuto di relax dopo una giornata al mare, fare un cruciverba regala qualche momento di serenità. Tuttavia il cruciverba è molto utile non solo per rilassarsi ,ma anche per mantenere la nostra mente attiva e in forma!
I vantaggi dell’alimentazione vegetariana
Si può diventare vegetariani per moltissime ragioni: per il rispetto degli animali, per la salute, per ambientalismo, per motivi religiosi, ecc. Al di là delle convinzioni che portano a questa scelta, diventare vegetariani (escludendo quindi carne e pesce dalla propria dieta) o vegani (eliminando tutti i cibi di derivazione animale, quindi anche latte e uova) può portare a numerosi benefici in termini di benessere fisico.
Non permettere alle fobie di distruggerti
Solitamente si considera la fobia un timore sproporzionato rispetto alle circostanze e si manifesta anche quando non sono presenti reali pericoli. Purtroppo chi la prova è assolutamente consapevole di quanto siano irrazionali i propri timori e i propri pensieri ma ci s’avverte impotente dinanzi a questi.
Quella che più generalmente viene definita fobia sociale, è la paura di essere giudicati dagli altri o di ritrovarsi al centro dell’attenzione e fare cose stupide e imbarazzanti. Questa si può manifestare quando si mangia o si parla in pubblico, ci si relaziona con l’altro sesso e non si è nel protettivo contesto familiare.
Per evitare situazioni che sono causa di forte malessere, chi soffre di questo problema, tende solitamente ad allontanarsi dagli altri, dal mondo, procurandosi una profonda solitudine.
E’ un’ansia anticipatoria che si presenta giorni o addirittura mesi prima che si concretizza quel momento che provoca una così grande angoscia, destando nel fobico una tipica reazione di “evitamento”, rendendolo un rinunciatario. Terribili le reazioni quando sono costretti ad affrontare la realtà: palpitazioni cardiache, fiato corto, tremori, arrossamenti, diarrea, crampi allo stomaco.
L’ invidia e la superbia sorelle del disprezzo
L’ invidia e la superbia sono sorelle di un unico sentimento dato dal disprezzo verso la realtà esterna e più sottilmente verso il proprio mondo interiore: sentimenti di insoddisfazione sono piuttosto comuni e quando non diventa patologia, malattia, nessuno può dirsi immune da questi.
Sono emozioni forti e che percepiamo in modo negativo e distruttivo e per difenderci, spesso vi opponiamo una strenua difesa.
La mente però difficilmente accetta dei “no” e degli obblighi, reprimendo questo malessere, corriamo il rischio di diventare schiavi di un’ossessione, di ingigantire i timori, provocando a catena altre sensazioni spiacevoli, quali vergogna, senso di inadeguatezza e debolezza.
Il senso di colpa che ci funesta è dato dal fatto che il più delle volte proiettiamo le nostre ombre sugli altri, non riuscendo ad ammettere che queste difficoltà di interazione con le persone e con gli eventi c’appartiene interamente.
Reprimere la rabbia..ti fa arrabbiare di più
Non è possibile dare una risposta univoca alla rabbia, dato che è a fondamento di tutte le teorie psicologiche ed è sovente a capo delle motivazioni che sottendono alle manifestazioni espressive, alle modificazioni corporee e alle azioni (non disgiunte ovviamente alle nostre reazioni).
E’ un’emozione primitiva e quindi è possibile osservarla e monitorarla in diverse fasce d’età nonché in specie diverse dall’uomo.
Gioia, dolore e rabbia sono le prime emozioni in cui ci imbattiamo ed iniziamo a conoscere ma la collera, a differenza delle altre, viene “educata” molto presto all’inibizione o quanto meno al controllo. Pertanto sono fondamentali in tal senso gli studi evolutivi in grado di analizzarla sia quando è “compressa” che nelle espressioni più evidenti e libere.
Si può dire inoltre che l’ira è parte di un “sottogruppo” in cui sono incluse ostilità, disgusto e disprezzo e ne rappresenta l’emozione di base e che pur trovandosi spesso “assieme”, presentano eziologie e conseguenze diverse sui nostri comportamenti.
La rabbia in molti casi è la risposta fisiologica che diamo alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Naturalmente non sempre e non in tutti i casi, queste ultime rappresentano le micce perché deflagri, spesso interviene la responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce ad un persona o evento come cause ultime e scatenanti.
La diffidenza ti allontana dagli altri
Quante volte ci siamo chiesti di qualcuno se gli si potesse concedere la nostra fiducia, se non ci stesse invece mentendo o ancora se davvero c’avrebbe sostenuto in quel nostro progetto, idea o confronto.
La diffidenza è un misto di ansia e pessimismo e di un evento ci dà la misura del pericolo, di un fallimento. Come sostiene Maura Amelia Bonanno, antropologa culturale esperta di Enneagramma a Lavagna (Ge) “Si tratta di un atteggiamento spesso sproporzionato alla situazione reale, che può inibirci e paralizzarci dal vivere pienamente. Chi è molto diffidente arriva a mettere in dubbio il positivo, a non avere un’attitudine aperta verso il mondo. Anzi, è pieno di pregiudizi”.
L’origine di tale atteggiamento come è intuibile, ha radici profonde nell’infanzia. Un pioniere nell’indagine dello sviluppo infantile e quindi dei comportamenti che condizioneranno il bambino anche da adulto, è stato lo psicanalista americano Erik Erikson che nei primi anni cinquanta con l’espressione “fiducia di base” e “sfiducia di base”, ha definito la fase dello sviluppo che dalla nascita va fino ai due anni d’età, un momento particolare, in cui il bambino avverte la “benevolenza” del mondo, sentendosi accolto.